interessante analisi di stefano balassone su la7, che ha scritto quello che abbiamo sempre detto : la7 rischia di diventare rete tematica
http://www.europaquotidiano.it/2014/02/06/la7-scivola-ma-non-e-sola/
Il rischio è quello di ridursi a una rete monogenere, con talk show politici a tutte le ore e in tutte le salse. Ma anche Rai e Mediaset stanno visibilmente contraendosi in un generalismo bonsai
Linea Gialla avrebbe dovuto fare il programma di cronaca concorrente di Chi l’ha Visto su Raitre e Quarto Grado su Rete4, ma il compito si è rivelato troppo duro, sicché, voltato l’anno, anche lì invece dei criminologi sono comparsi i tuttologi acchiappa ascolti, come Sgarbi, e i reperti della politica che fu, come Irene Pivetti, a parlare di problemi politico sociali.
Momenti discreti non mancano (l’intervista, ben condotta, alla signora stuprata dagli usurai), ma il pubblico già non è più quello della cronaca (le signore in crisi di astinenza da Chi l’ha visto ora si affacciano di meno) e puntualmente è aumentata la componente maschile, specie fra i cinquanta e i sessanta. Il saldo per il programma è positivo, perché nelle ultime due settimane ha solidamente superato quel 3 per cento che sembrava un miraggio, ma la identità è ancora scarsa e il pubblico resta particolarmente volatile.
Fallito lo sbarco nella cronaca, emerge il problema: La7 sta rischiando di ridursi a una rete monogenere, con talk show politici a tutte le ore e in tutte le salse.
Con ciò correndo due rischi. Il primo è quello di smettere di essere considerata una rete generalista basata cioè su una idea di comunicazione che attraversa diversi generi, dalla fiction all’entertainment. E non basta Crozza.
Il secondo rischio è di usurare con le ancora acerbe imitazioni sopraggiunte, i talk show già affermati come Piazza Pulita e Servizio Pubblico, che infatti quest’anno faticano pur apparendo per molti aspetti migliorati in autorevolezza e linguaggio.
Dubbi infondati? Pare di no, visto che rispetto a un anno fa La7 sembra stia passando un momento davvero difficile perché, nella decisiva fascia oraria che va dalle 21.30 alle 23.30, dal 5 per cento che era arrivata a sfiorare si ritrova sotto il 4 per cento. E anche negli altri orari il segno prevalente è il meno (eccezione fatta, e robusta, per l’orario dalle 11 alle 13.30 grazie all’affermazione, dopo un anno di rodaggio, de L’Aria che Tira).
http://www.europaquotidiano.it/2014/02/06/la7-scivola-ma-non-e-sola/
Il rischio è quello di ridursi a una rete monogenere, con talk show politici a tutte le ore e in tutte le salse. Ma anche Rai e Mediaset stanno visibilmente contraendosi in un generalismo bonsai
Linea Gialla avrebbe dovuto fare il programma di cronaca concorrente di Chi l’ha Visto su Raitre e Quarto Grado su Rete4, ma il compito si è rivelato troppo duro, sicché, voltato l’anno, anche lì invece dei criminologi sono comparsi i tuttologi acchiappa ascolti, come Sgarbi, e i reperti della politica che fu, come Irene Pivetti, a parlare di problemi politico sociali.
Momenti discreti non mancano (l’intervista, ben condotta, alla signora stuprata dagli usurai), ma il pubblico già non è più quello della cronaca (le signore in crisi di astinenza da Chi l’ha visto ora si affacciano di meno) e puntualmente è aumentata la componente maschile, specie fra i cinquanta e i sessanta. Il saldo per il programma è positivo, perché nelle ultime due settimane ha solidamente superato quel 3 per cento che sembrava un miraggio, ma la identità è ancora scarsa e il pubblico resta particolarmente volatile.
Fallito lo sbarco nella cronaca, emerge il problema: La7 sta rischiando di ridursi a una rete monogenere, con talk show politici a tutte le ore e in tutte le salse.
Con ciò correndo due rischi. Il primo è quello di smettere di essere considerata una rete generalista basata cioè su una idea di comunicazione che attraversa diversi generi, dalla fiction all’entertainment. E non basta Crozza.
Il secondo rischio è di usurare con le ancora acerbe imitazioni sopraggiunte, i talk show già affermati come Piazza Pulita e Servizio Pubblico, che infatti quest’anno faticano pur apparendo per molti aspetti migliorati in autorevolezza e linguaggio.
Dubbi infondati? Pare di no, visto che rispetto a un anno fa La7 sembra stia passando un momento davvero difficile perché, nella decisiva fascia oraria che va dalle 21.30 alle 23.30, dal 5 per cento che era arrivata a sfiorare si ritrova sotto il 4 per cento. E anche negli altri orari il segno prevalente è il meno (eccezione fatta, e robusta, per l’orario dalle 11 alle 13.30 grazie all’affermazione, dopo un anno di rodaggio, de L’Aria che Tira).