Esatto! Ma in realtà è così per tutte le frequenze, solo che quelle non assegnate all'Italia, se accese in Italia, non devono recare il minimo disturbo al paese assegnatario, cosa difficile con reti SFN.
Nell'area verde nella cartina sopra, le frequenze vanno spartite tra Italia e Francia, e questo è già deciso nel 2006 a Ginevra, durante la conferenza internazionale, che ha stabilito che in quell'area (sopra in verde) il 37 è della Francia. Infatti è acceso in Corsica per un mux nazionale.
Nei vari paesi europei i canali assegnati vengono usati per i mux nazionali, come in Italia, mentre quelli non assegnati vengono usati dai mux locali solo nel caso siano finiti gli assegnati, cosa comunque rara all'estero, dove lo spettro UHF non è saturo. Ma la grossa differenza con l'Italia è che in Italia i mux locali vengono diffusi su vaste aree in SFN, mentre all'estero i mux locali sono veramente locali e trasmettono in una o due città al massimo, non in intere regioni.
Ciò è anche colpa della mancanza della tv via cavo.
Quasi sempre negli altri paesi una tv locale trasmette in terrestre solamente nella città dove ha sede, da un unico ripetitore, però poi viene vista via cavo in due-tre regioni intere.
Vedremo, ma è ovvio che possono fare poco. Alcune rottameranno accettando gli indennizzi, altre si consorzieranno, altre chiuderanno, come sarebbe comunque successo.
Se ci hai fatto caso, dallo switch-off a oggi il numero dei canali si è ridotto. Prova a scartare tutti i doppioni che usano un diverso nome per trasmettere su altre LCN, o tutte le emittenti che fanno solo televendite con un nome che fa pensare a tutt'altro. Tutto questo finirà, e rimarranno, si spera, solo quelle meritevoli e meglio organizzate. Secondo me per garantire la loro esistenza e l'informazione locale, 2-3 frequenze sono più che sufficienti.