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Rambo

E' Ted Kotcheff a dirigere questo storico film che diede il via ad una saga cult degli anni 80. E lo fece pure benissimo per quanto mi riguarda, perchè i problemi del film non sono da ricercare per nulla nel comparto tecnico che è veramente di alto livello per un film d'azione del genere. Visto il film mi sarei aspettato una regia da fiction o più semplice, invece ogni inquadratura è studiata nei minimi particolari e ogni piano sequenza è veramente suggestivo. La fotografia poi è incredibile e la location in cui è stato girato è veramente perfetta e ben sfruttata, con paesaggi meravigliosi, ed un bosco ostile e ben utilizzato per le scene migliori del film. Scene d'azione ben girate, a parte qualcuna con un montaggio meno funzionale e buon ritmo che dovrebbe potrare interesse per tutta l'ora e mezza.

Il problema che quasi mai mi è parso di sentire nei riguardi di quest'opera è la sceneggiatura, che definire ridicola è dire poco. Lasciando stare quindi la seconda parte del film, che sarebbe anche riuscita questa caccia all'uomo nella foresta, ma il problema è all'inizio, a come ci si arriva a questi fatti. Abbiamo capito che ci troviamo di fronte ad un malato mentale, questo è certo, reso cosi' dai molti anni in Vietnam e dalla conoscenza del suo essere rimasto l'unico sopravvissuto di quel gruppo di compagni. Già vedere in questa cittadina di Washington un pazzo che gira col coltello e caccia animali si veste con quello che trova o gira a petto nudo è abbastanza ironico, vabene che ormai ha perso completamente il senno ma fa abbastanza ridere. E poi in un film del genere in cui si dovrebbe tifare per il protagonista, ed odiare invece il burbero poliziotto, ci rendiamo conto che ci è difficile immedesimarsi con Rambo, visto che è un pazzo (quasi) omicida che dovrebbe essere giustamente incarcerato o messo in un manicomio.Certo è anche vero che è difficile mettersi dalla parte di una polizia mostrata cosi' autoritaria, ingiusta, violenta e capitalista. Vabene che le forze dell'ordine siano mostrate cosi', mi fa piacere, ma anche da quaesto punto di vista la vicenda mostra delle lacune oggettive che ci fa chiedere mille perchè? Perchè uno dovrebbe credere, in un film serio come questo, che per una semplice scaramuccia tra un idiota vagabondo e un poliziotto depravato scaturisca questa caccia all'uomo che ci mancava solo che arrivasse il presidente? Perchè Rambo viene arrestato senza motivo, e soprattutto perchè i poliziotti lo rincorrono cosi' all'inizio? Vabene nel finale che ormai la frittata è fatta e quindi devi catturarlo per forza, ma il problema è proprio all'inizio, questa caccia all'uomo disperata è forzatissima nelle prime battute, è impossibile credere che costruiscano addirittura degli accampamenti e chiamino intere squadriglie per questo pazzo che ha semplicemente chiesto di essere lasciato in pace, e che fino ai primi momenti non aveva nemmeno dato fastidio a nessuno. Insomma tutta la vicenda è caratterizzata da un idiozia e una forzatura di fondo che mi riesce difficile anche dargli la sufficienza. Dal punto di vista tecnico è notevole ma come storia fa pena. Inoltre Stallone con la sua inespressione per tutto il film recita abbastanza da schifo, anche se nell'interpetare l'idiota omicida che sembra giocare come un bambino alla guerra la sua espressione da ebete sembra funzionare.

Voto: 5.5
 
La congiura degli innocenti (1955)

Il titolo originale del film è "The trouble with Harry", in quanto viene trovato morto un uomo, di nome Harry, e un gruppo di persone cerca di nasconderne il fatto, ognuno per motivi diversi... Hitchcock gioca molto sul mistero (chi ha ucciso l'uomo? e perchè?) e ci presenta una serie di personaggi, tutti particolari e interessanti, con un obbiettivo comune... Questo film è tutto sommato una commedia, Hitchcock si prende una pausa dai suoi grandi thriller, per realizzare qualcosa di più tranquillo, anche se comunque resta il deus ex machina della situazione, che con piccoli escamotage riesce, anche in un'opera più leggera, a stupire il telespettatore. Non un capolavoro, ma sicuramente un film piacevole.

Voto: 7,5/10
 
Per il mio personalissimo ciclo "Hitchcock Numero Uno" :)D), ieri ho visto "L'uomo che sapeva troppo" (1956).

Questo è uno di quei film che appartiene al ciclo avventuroso di Hitchcock, uno di quei film in cui il regista del brivido si distacca dal suo solito modo di fare, quello con poche e mirate ambientazioni, e quando questo avviene comincia un vero e proprio viaggio attorno al mondo. La storia parte come sempre da una premessa semplice: James Stewart e Doris Day, una normale coppia sposata con un figlio, vanno in vacanza a Marrakech, ed è proprio lì che la storia si evolverà in maniera inaspettata, ricca di colpi di scena, di mystery, di thriller, di tutti quelli che sono i grandi punti di forza di Hitchcock, in una storia avventurosa, e che non smette mai di stupire. Le interpretazioni di James Stewart e Doris Day sono fantastiche, ed inoltre, è in questo film che la famosa "Que Sera, Sera (Whatever Will Be, Will Be)" farà innamorare il grande pubblico. Un film fantastico, in cui Hitchcock si farà le ossa in vista di quello che sarà il suo capolavoro all'interno del suo "filone" adventure, ovvero "Intrigo Internazionale", che arriverà solo una manciata di anni dopo. Consigliato, assolutamente.

Voto: 8/10
 
300

Come passa il tempo, 9 anni (quasi) esatti fa usciva al cinema un film che apprezzai abbastanza da ragazzino, forse perchè stavo studiando a scuola proprio quegli argomenti, e quindi lo trovai un valido prodotto per evadere un po' le noie che trovavo, non so perchè, in quella materia. Tutta altra impressiona da' la pellicola, che lanciò Snyder nell'olimpo di Hollywood, rivedendola ora che credo di avere qualche competenza e paragone in più per valutarla. Insomma se prima mi sembrò un film rivoluzionario e riuscitissimo, ora mi sembra un gigantesco e idiota giocattolone.

Tratta dal fumetto del solito Miller esce fuori un opera troppo barocca, esageratamente esagerata, e come suo solito Snyder non ha pudore nell'inserire tutte le strampalate idee che gli possano venire in mente, inzuppando il film di qualsiasi cosa poco credibile che si possa immaginare. Purtroppo il racconto d'azione fantastico non funziona per niente se lo si applica alla vera storia. Se lo stile di Snyder, patinato, finto, cosi' "epico", puo' essere apprezzato e può creare quella epicità che si voleva trasmettere da una vicenda come questa, non funzionano ne le troppe esagerazioni in cui sfocia il suo stile, ne una sceneggiatura cretina e con personaggi troppo sopra le righe.

Il film non presenta quasi una messa in scena, i paesaggi sono tutti fatti col green screen, e vabene per qualche scena, molto bella nella fotografia e nelle inquadrature, ma per quasi due ore è un esagerazione che va a superare di troppo i canoni del cinema. Troppe esagerazioni (lo so mi ripeto ma bisogna rimarcarlo), troppi rallenty, troppe battute idiote e falsi valori e moralismi portati avanti da gente che trucida il nemico senza pietà e vediamo godere e ridere davanti ai nostri occhi di questo. Insomma i valori portati avanti dal film non sono proprio dei più alti. Non che non mi piacciano i film violenti sanguinolenti (sangue peraltro tutto finto e fumettistico), li adoro, adoro vedere la cattiveria nei personaggi, ma di solito quando la vedo mi piace perchè mi spaventa, perchè il personaggio che la mette in atto non è elogiato, o portato alla gloria fino alla fine.

Per il resto il film presenta una serie di anacronismi storici continui e una serie di scene cosi' idiote che che fanno veramente ridere(tanto che la parodia 3ciento è quasi più risucita di questo film): la famosa scena cult del pozzo, Serse trans che seduce il nostro Leonida e molte altre. Il film sicuramente non annoia più di tanto, scorre bene e fila con buon ritmo, questo glielo devo concedere, e presenta anche molte sequenze ben girate e ben inquadrate. Insomma, un'occasione persa per portare lo storico ad essere epico e moderno, bisognava stare attenti a non fare di testa propria ma a non distaccarsi troppo dalla storia, e soprattutto a non volare troppo vicino al sole con esagerazioni inaccettabili.

Voto: 4
 
Inutile 😄
Non andiamo proprio d'accordo. Io adoro 300 e spesso lo rivedo in anche quando va in replica.
Rifacendomi a ciò che ho scritto nel topic di Netflix rimpiango i tempi d'oro della Warner 😢
È chiaro che non va visto come un film storico, ma fa perfettamente il suo dovere.

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Inutile
Non andiamo proprio d'accordo. Io adoro 300 e spesso lo rivedo in anche quando va in replica.
Rifacendomi a ciò che ho scritto nel topic di Netflix rimpiango i tempi d'oro della Warner
È chiaro che non va visto come un film storico, ma fa perfettamente il suo dovere.

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Si rispetto questa tua interpretazione pero' secondo me quando un film va a toccare la storia vera, e più specificatamente questo fatto della storia greca cosi' importante e affascinante, non si puo' più di tanto distaccare dalla realtà storica o presunta tale, a meno che non rendi tutte le vicissitudini e i personaggi cosi' fuori luogo che me la rendi credibile, invece qui il tono è proprio serioso... qui parliamo di un film che ad un certo punto diventa il signore degli anelli tra mostri e rinoceronti giganti, troll e via dicendo... secondo me sarebbe stato un gran film se non avesse esagerato in questo soprattutto...
 
Faccio i complimenti ad Andry10k per tutti i bei commenti! Io ultimamente su Infinity ho visto titoli piuttosto noti, lascio solo impressioni veloci.

Lo squalo di Steven Spielberg. Un classico, visivamente scarno ma girato divinamente.

Nightmare di Wes Craven. La sceneggiatura non è il massimo, specialmente sul finale, ma si solleva grazie ad un gran soggetto e a una serie di trovate visive e narrative notevoli. Molto divertente.

L'alba dei morti dementi di Edgar Wright. Non mi ha fatto impazzire, ma resta una prova registica granitica. Vi allego un'ottima video-analisi della comicità di Wright: vi avverto che potrebbe contenere spoiler, ma d'altra parte permette di apprezzarla ancora di più. Link.

Il regno dei sogni e della follia di Mami Sunada. Documentario sullo studio Ghibli e la figura di Miyazaki durante la lavorazione di Si alza il vento. Non particolarmente brillante, ma sicuramente consigliato a chi ama questo studio.

I miei vicini gli Yamada di Isao Takahata. Questo è un gioiello, una serie di siparietti quotidiani che vanno a comporre un ritratto familiare amaro ma affettuoso. Imperdibile.

Nausicaa della valle del vento di Hayao Miyazaki. Non avendo amato Laputa ci andavo cauto, ma mi ha sorpreso in positivo. Miyazaki al suo esordio personale nel lungometraggio si dà ambiziosamente al world building riuscendo alla grande. Molto intenso, imperdibile pure questo.

Pioggia di ricordi di Isao Takahata. Questo mi ha lasciato con l'amaro in bocca. Le scene dedicate all'infanzia sono stupende, si raggiungono vette degne del miglior Miyazaki; quando però la narrazione torna al tempo presente la sceneggiatura si fa didascalica e retorica, ho fatto fatica a stargli dietro. Quindi consigliatissimo per la prima parte, ma con più di una riserva per via della seconda.

Ecco qua. :)
 
wright è un fottuto genio cavolo, ha proprio inventato, o comunque reinterpretato, un nuovo tipo di tempi comici, e l'alba dei morti dementi è probabilmente il suo capolavoro...
 
no te prego riguardalo più volte alla fine è impossibile, te DEVE piacè!:laughing7:

oh mi è sembrato troppo demenziale e finto, ok che è una presa in giro, ma quando è troppo è troppo, almeno per i miei gusti. diciamo che il genere che fa Wright non lo amo particolarmente ma Hot Fuzz lo trovo sicuramente migliore (non eccezionale ma comunque un buon film) ;)
 
Assolo affronta un tema duro -quello della solitudine come sentimento e non come condizione- che Laura Morante abilmente propone, dirigendo se stessa, in chiave ironica, forse anche grottesca. L'artista, da "Ricordati di me" in poi (e penso anche all'amarissimo "L'amore è eterno finché dura) ci ha abituati al suo ruolo ripetuto (mai ripetitivo) di donna frustrata, dimessa, insicura, ansiosa ed ansiogena (nulla a che vedere con la prova d'esordio di Bianca). Ruolo che le calza a pennello per il suo tono di voce, affannato e sussurrato, a volte biascicato, e per la mimica facciale eloquente. In Assolo, va oltre. Non è solo insicura e ansiosa, ma emarginata. Al punto che questa sua antica propensione alla all'autoesclusione (gli altri -anche la anonima macellaia, per puro caso- sono meglio e più di lei, per il solo fatto di non essere lei) la porta ad essere a disagio anche nel rapporto più intimo con il suo corpo. L'artista è riuscita a confezionare con maestria un personaggio detestabile, alla quale in ogni fotogramma vorresti dare un energico calcio nel sedere per darle una mossa. Che laprotagonista darà a se stessa solo nell'ultimo minuto del film.
Il lavoro non mette però in ombra tutto il resto del cast (tutti bravissimi, Giallini in primis), ma con una particolarità: è un film apparentemente corale, ma in realtà è un assolo al centro di una grande orchestra. Gli attori (eccezion fatta per Piera Degli Esposti, al centro della storia, quasi la diriga) sono sulla carta tutti protagonisti per il ruolo assegnato, ma la sensazione è che si tratti di tanti piccoli camei, anche per la brevità dei contesti. La Morante, quindi, dirige ed interpreta un assolo in ogni senso.
Lezione amara. Non si sa se sia più biasimevole chi si imprigiona nel proprio sentimento di solitudine o chi in preda al proprio egoismo (egocentrismo) nemmeno si accorge del disagio altrui. Tutti, tranne un altro grande protagonista, il cane dei vicini. Da Oscar. Soprattutto quando ha l'ostinazione di voler interrompere il più intimo assolo di Flavia ;)
Voto:7
 
Ultima modifica:
LA CONGIURA DEGLI INNOCENTI
Era da un po' che volevo scoprire Hitchcock ed i post di Numero Uno non hanno fatto altro che aumentare la curiosità. Così, qualche settimana fa, uno ad uno, inserisco tutti i suoi film tra i preferiti. E decido oggi di cominciare proprio da uno dei film più leggeri, ma non per questo meno degno di nota, del maestro del brivido. E come ci si può non incantare davanti allo schermo? Mentre lo guardi hai la netta sensazione di trovarti davanti ad un ingegnoso meccanismo. Tutto è studiato alla perfezione. La regia, le inquadrature, la caratterizzazione dei personaggi, la fotografia con quei colori così caldi e autunnali in evidente contrasto con tutto il resto. Ed è proprio questo il film, un enorme contrasto. Tutto succede tranne quello che ti aspetti, tutto è surreale a partire proprio dalle reazioni dei protagonisti con quello che è il pretesto della storia. E lo humor inglese ci sguazza nelle varie peripezie che si susseguono durante l'ora e mezza.
Insomma, se il buongiorno si vede dal mattino.
Voto 8+
 
LA FINESTRA SUL CORTILE
Anche stavolta gran bel film del maestro del brivido. Ed anche stavolta mi ha dato la sensazione di un meccanismo perfetto, idea ancora più accentuata dalla composizione del cortile e dalla caratterizzazione degli inquilini. Si perché i filoni sono due, uno prevale certamente sull'altro ma quest'ultimo traspare comunque facendoci assistere da un lato al tema più implicito delle fasi dell'amore attraverso i due protagonisti principali (James Stewart e Grace Kelly, una marcia in più) ed i vari personaggi che ruotano attorno al cortile. D'altro lato c'è LA Storia, bella intensa ma lineare, tutto viene mostrato senza enfatizzare, confondendo, facendo pensare, ma senza fretta. Mentre ti fai un'idea c'è tutto lo spazio, il tempo e il modo di poterla cambiare una e più volte. E' paranoia, ha ragione, ha torto?
Ammetto che la mia di idea era parzialmente inquinata da un episodio de I Simpson che omaggiava quest'opera :D che paradossalmente me l'ha fatta apprezzare ancora di più, fino alla fine.
Voto 9
 
LA CONGIURA DEGLI INNOCENTI
Era da un po' che volevo scoprire Hitchcock ed i post di Numero Uno non hanno fatto altro che aumentare la curiosità. Così, qualche settimana fa, uno ad uno, inserisco tutti i suoi film tra i preferiti. E decido oggi di cominciare proprio da uno dei film più leggeri, ma non per questo meno degno di nota, del maestro del brivido. E come ci si può non incantare davanti allo schermo? Mentre lo guardi hai la netta sensazione di trovarti davanti ad un ingegnoso meccanismo. Tutto è studiato alla perfezione. La regia, le inquadrature, la caratterizzazione dei personaggi, la fotografia con quei colori così caldi e autunnali in evidente contrasto con tutto il resto. Ed è proprio questo il film, un enorme contrasto. Tutto succede tranne quello che ti aspetti, tutto è surreale a partire proprio dalle reazioni dei protagonisti con quello che è il pretesto della storia. E lo humor inglese ci sguazza nelle varie peripezie che si susseguono durante l'ora e mezza.
Insomma, se il buongiorno si vede dal mattino.
Voto 8+
uno dei pochi film di Hitchcock che non ho mai visto.
Bella recensione, in futuro lo recupererò sicuramente
 
Magic in the Moonlight

Schermo nero, scritte bianche, musica d'altri tempi... insomma è sempre Allen e il suo solito e inconfondibile stile. Ironia elegante, personaggi eruditi e logorroici, fotografia luminosa, scenografie classiche ma d'impatto. Questa commedia conferma piacevolemente quello che mi aspettavo fin dall'inizio ma presenta anche qualche piccolo guizzo molto più che sorprendente.

Il vecchio Woody adotta nel "suo mondo" anche due splendide presenze come Colin Firth e Emma Stone, che incarnano perfettamente due dei tanti personaggi dalla psicologia alleniana. Firth è uno scettico illusionista, borbottante e sicuro di sè, la Stone è una giovane ragazza sensitiva che ha qui la possibilità di mostrare tutta la sua naturale bellezza. Costumi trucco e acconciature perfette, e i nostri personaggi entrano in scena senza problemi. Come sempre Allen non ha bisogno di chissà quali sottotrame per girare un film di 90 minuti, e qui il pretesto è chiaramente il rapporto tra i due protagonisti, sia in termini di gioco e sfida di due ideologie, il mago miscredente che non crede al soprannaturale e la medium ipotizzata truffatrice dal primo, sia in termini amorosi sul finale.

Il gioco è ben congegnato e, per quanto magari molti di voi gia avevano ipotizzato la soluzione, io ho preferito non fare ipotesi e lasciarmi trasportare dai dialoghi e dalle situazioni sempre piacevoli, per arrivare ad un finale molto più sorprendente ideologicamente di quanto potessi immaginare. Probabilmente troppo esplicito ma anche molto interessante è il ragionamento fatto sul razionalismo e sullo spiritualismo, sul vivere completamente da scettico o lasciarsi andare anche all'illusione che per quanto non sia vera felicità è comunque felicità.

In conclusione è sempre un piacere confrontarsi con questo stile, che oltre che accendere il cervello fa passare anche una serata piacevole e non troppo impegnata.

Voto: 7
 
Andry, concordo su tutto. Il film è godibilissimo. C'è solo un però: il titolo non è sul catalogo Infinity
Ma il bel cinema è universale, dai
 
Ghostbusters - Acchiappafantasmi

Da un'idea molto più che geniale venne fuori negli anni 80 questo cult che ha alcuni punti di forza ma anche molti difetti, risultando non indifferente al passare degli anni. Questo non per gli effetti visivi, che anche ora sono apprezzabili anche se datati, ma proprio per la storia, per il ritmo, per le gag che sicuramente vedendole ora perdono quel quid di genialità che mostravano qualche decennio fa.

La storia la sanno pure i muri, sono questi tre scienziati intelligentoni, e anche un po' fuori di testa, che decidono di aprire questo nuovo business, dopo essersi accertati realmente della presenza di fantasmi in quel di New York, presenza già ipotizzata da loro da molto tempo. E quindi fondano questa nuova azienda, con tanto di struttura stile "pompieri" e dopo i primi lavoretti dovranno vedersela sia con i colletti bianchi, per cosi' dire, sia con una mezza apocalisse fantasma che si scatenerà proprio sul finale.

Questo cult ha sicuramente due punti di forza che sono inossidabili anche dopo molti anni. Uno i personaggi e le loro interpretazioni: Bill Murray, Dan Aykroyd, Harold Ramis, Sigourney Weaver, Rick Moranis, sono personaggi molto ben affiatati e caratterizzatiche, soprattutto nella prima parte del film, sono gestiti molto bene. Il secondo punto di forza è sicuramente la credibilità di alcune cose in un film fantastico come questo, cioè ho apprezzato molto che i protagonisti, dopo essere entrati per la prima volta in contatto con queste creature, abbiamo creato subito un business per fare soldi, senza pensarci nemmeno a quello che avevano di fronte, come farebbero probabilmente anche nella realtà.

Le gag e le battute pero' andando avanti con la pellicola perdono un po' quel ritmo e giungiamo ad una parte finale abbastanza noiosa e prevedibile e per quanto la bravura e la simpatia di un Murray sia indiscutibile il film va scemando un pochino. Una commedia fantastica, che non fatico a comprendere perchè sia diventata una cult, ma che guardandola ora perde molto del suo ritmo, della sua genialità e delle sue risate.

Voto: 6.5
 
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