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Più passa il tempo e più mi vado convincendo che questo presunto interesse degli OTT sia più nella mente di giornalisti e appassionati di tecnologia che nella realtà. Credo che gli stessi operatori OTT sappiano che il loro successo è legato essenzialmente ai prezzi degli abbonamenti molto bassi (oltre che alla possibilità di sottoscrivere il singolo mese senza altri obblighi). Se dovessero investire pesantemente sullo sport, con i costi dei diritti TV usciti ormai fuori da ogni logica, sanno benissimo che un investimento di questo tipo non potrebbe essere recuperato con abbonamenti di 15 o 20 euro al mese. Sarebbero costretti infatti a praticare prezzi se non uguali, molto vicini a quelli delle classiche pay TV, con il limite di avere però una varietà di contenuti molto più limitata di quella di Sky e aziende simili.
A questo punto, i vari Amazon e soci si saranno fatti due conti e hanno capito che forse è meglio continuare a operare sul mercato mantenendo come core business serie TV, film, documentari e qualche spettacolo auto-prodotto. In questo modo si azzerano i rischi, si continua a crescere lavorando in maniera complementare e non sostitutiva alle pay TV, ognuno fa quello che sa fare meglio e si possono mantenere bassi i costi d'accesso agli abbonamenti.
Il problema è solo per chi si illude che con gli OTT finalmente vedrà a 20 euro quello che Sky e altre fanno vedere a 40 euro.
A questo punto, i vari Amazon e soci si saranno fatti due conti e hanno capito che forse è meglio continuare a operare sul mercato mantenendo come core business serie TV, film, documentari e qualche spettacolo auto-prodotto. In questo modo si azzerano i rischi, si continua a crescere lavorando in maniera complementare e non sostitutiva alle pay TV, ognuno fa quello che sa fare meglio e si possono mantenere bassi i costi d'accesso agli abbonamenti.
Il problema è solo per chi si illude che con gli OTT finalmente vedrà a 20 euro quello che Sky e altre fanno vedere a 40 euro.