AGCOM, pubblicati i criteri del piano nazionale per le frequenze digitali (28/06/10)

anassimenes ha scritto:
IMHO si fa molto prima facendo tabula rasa ed assegnando i mux sulla base di un unico criterio nazionale, che non sia la conversione 1 frequenza analogica = 1 mux digitale, piuttosto che far uscire i cerotti ed arrovellarsi per creare spazio dove non c'è.
E' facile a dirsi. Ma nelle zone già all-digital, dove le frequenze sono state assegnate, su quali basi vai a togliere la concessione a chi gliela hai data poco tempo fa. Anche riorganizzando le frequenze, la torta sempre quella è i diritti acquisiti sono oramai tali e non li puoi cancellare.
Poi, gli operatori nazionali, in primis Mediaset, non vogliono saperne di essere privati di concessioni (anzi, Mediaset vuole un 6° mux). E allora, se vale il principio di un mux nazionale per ogni rete analogica, anche a livello locale deve essere così. Bisognerebbe cambiare le regole di base, in fase già avanzata di digitalizzazione: mi sembra impossibile e oramai complicatissimo e si verrebbero a creare più problemi e dispute giudiziarie di quante già non ce ne sono / ne saranno da risolvere.
 
EliseO ha scritto:
E' facile a dirsi. Ma nelle zone già all-digital, dove le frequenze sono state assegnate, su quali basi vai a togliere la concessione a chi gliela hai data poco tempo fa.

In base al fatto che le concessioni erano provvisorie fino al varo del nuovo PNAF, che è arrivato. E' tutto scritto nelle ordinanze di assegnazione dell'AGCOM, area per area.

Lo abbiamo già detto, mi pare. ;)
 
L_Rogue ha scritto:
In base al fatto che le concessioni erano provvisorie fino al varo del nuovo PNAF, che è arrivato. E' tutto scritto nelle ordinanze di assegnazione dell'AGCOM, area per area.

Lo abbiamo già detto, mi pare. ;)
Sì, ma a livello giuridico, poi non so cosa potrebbe accadere se questa riorganizzazione, significasse togliere qualcosa soltanto a qualcuno e non ad altri. C'è il rischio di un contenzioso anche potenzialmente più grave. Finchè fosse solo una riorganizzazione delle frequenze fatta in maniera generalizzata, allora nessuno potrebbe contestare niente. Ma se il problema è di un n° di frequenze comunque insufficiente e quindi qualcuno deve essere privato di qualcosa, ne può uscire una situazione ancora più complicata e più incerta perchè i contenziosi non sono preclusi
 
EliseO ha scritto:
Sì, ma a livello giuridico, poi non so cosa potrebbe accadere se questa riorganizzazione, significasse togliere qualcosa soltanto a qualcuno e non ad altri. C'è il rischio di un contenzioso anche potenzialmente più grave. Finchè fosse solo una riorganizzazione delle frequenze fatta in maniera generalizzata, allora nessuno potrebbe contestare niente. Ma se il problema è di un n° di frequenze comunque insufficiente e quindi qualcuno deve essere privato di qualcosa, ne può uscire una situazione ancora più complicata e più incerta perchè i contenziosi non sono preclusi

Tutta la questione ruota intorno ai "consorzi" obbligatori di TV locali. Se li forzano, qualche spazio libero si trova e nessuno perde niente, almeno nelle aree ancora non switchate.

Per le aree già passate il problema esiste effettivamente e, IMO, per non saper né leggere né scrivere, si finirà col cristallizzare lo status quo attuale nelle aree switchate, dando i cerotti altrove, come già scritto, anche questo.

Dopo tutto, di situazioni che si sono incancrenite nel tempo e sovrapposte col riconoscimento di situazioni di fatto, ne abbiamo già viste molte.

Diciamo che sarebbe una mezza razionalizzazione dell'etere. Sempre meglio di niente.
 
L_Rogue ha scritto:
Tutta la questione ruota intorno ai "consorzi" obbligatori di TV locali. Se li forzano, qualche spazio libero si trova e nessuno perde niente, almeno nelle aree ancora non switchate.
Non mi sembra così facile forzare "consorzi obbligatori" e anche a livello giuridico, non so se ci possano essere delle norme applicabili in questa direzione. Forse anassimenes lo sa.

L_Rogue ha scritto:
Per le aree già passate il problema esiste effettivamente e, IMO, per non saper né leggere né scrivere, si finirà col cristallizzare lo status quo attuale nelle aree switchate, dando i cerotti altrove, come già scritto, anche questo.

Dopo tutto, di situazioni che si sono incancrenite nel tempo e sovrapposte col riconoscimento di situazioni di fatto, ne abbiamo già viste molte.

Diciamo che sarebbe una mezza razionalizzazione dell'etere. Sempre meglio di niente.
Su questi punti, anch'io la penso così. Ciao!
 
L_Rogue ha scritto:
Tutta la questione ruota intorno ai "consorzi" obbligatori di TV locali. Se li forzano, qualche spazio libero si trova e nessuno perde niente, almeno nelle aree ancora non switchate.

Per le aree già passate il problema esiste effettivamente e, IMO, per non saper né leggere né scrivere, si finirà col cristallizzare lo status quo attuale nelle aree switchate, dando i cerotti altrove, come già scritto, anche questo.

Dopo tutto, di situazioni che si sono incancrenite nel tempo e sovrapposte col riconoscimento di situazioni di fatto, ne abbiamo già viste molte.

Diciamo che sarebbe una mezza razionalizzazione dell'etere. Sempre meglio di niente.
Purtroppo il rischio che paventi tu, ovvero dell'ennesima sanatoria basata su una cristallizzazione dello stato di fatto, c'è. Ma IMHO, qualche speranza di una razionalizzazione completa delle frequenze, anche nelle zone già passate al digitale c'è, perchè al momento il dividendo di 6 mux non c'è più nè in campania nè in lazio, è bene che non dimentichiate questa situazione, e quindi necessariamente dovranno sparigliare un po' di carte in tavola per far uscire almeno quei mux.
 
Cito dall'articolo apparso sul corriere delle comunicazioni linkato in un'altra discussione.

Tali reti, tra cui quelle destinate a nuovi soggetti (dividendo digitale interno), sono equivalenti tra loro, sia in termini di copertura sia in termini di coordinamento internazionale.

Quindi questa è la parola fine alle elucubrazioni di EliseO, le frequenze di Retecapri e ReteA andranno cambiate.
 
EliseO ha scritto:
Non mi sembra così facile forzare "consorzi obbligatori" e anche a livello giuridico, non so se ci possano essere delle norme applicabili in questa direzione. Forse anassimenes lo sa.

Non è che bisogna andare tanto lontano per trovare i fondamenti giuridici. :D

Codice Civile, Capo I, Sezione III, art. 2616, 1° comma:

"Con provvedimento dell'autorità governativa (sentite le corporazioni interessate), può essere disposta, anche per zone determinate, la costituzione di consorzi obbligatori fra esercenti lo stesso ramo o rami similari di attività economica, qualora la costituzione stessa risponda alle esigenze dell'organizzazione della produzione."

C'è una fattispecie ad hoc tagliata su misura per questa situazione. Più di così...
 
L_Rogue ha scritto:
Stando alla copertura attuale ci sono 16 Mux nazionali + 5 di dividendo digitale + 4 DVB-H (3+1? o solo 3 e ce ne freghiamo dell'ulteriore richiesta UE?) = 25 MUX
Perché 16 mux nazionali? Hai già considerato TivuItalia come nazionale?

Inizialmente si parlava di un dividendo digitale di 5 canali più un EVENTUALE sesto per il DVB-H. Esiste una richiesta vincolante per questo sesto canale?

L'Adriatic Agreement è stato concordato nel 2006, durante la conferenza di Ginevra?
Se sì, allora perché si è deciso di assegnare, anche solo provvisoriamente, i ch 33 e 57 a mux nazionali ben sapendo che nelle zone di confine tali canali non potevano essere pienamente utilizzabili?

Saluti
 
anassimenes ha scritto:
IMHO si fa molto prima facendo tabula rasa ed assegnando i mux sulla base di un unico criterio nazionale, che non sia la conversione 1 frequenza analogica = 1 mux digitale, piuttosto che far uscire i cerotti ed arrovellarsi per creare spazio dove non c'è.
Anche io ho sempre pensata che il passaggio al digitale avrebbe dovuto essere l'occasione per cambiare la logica di assegnazione invece ci si sta proprio limitando all'equivalenza 1 frequenza analgica = 1 mux digitale con tutte le tv, anche le minuscole, che "naturalmente" vogliono mantenere la propria posizione attuale garantendosi lo stesso numero di frequenze. Ma questo è impossibile e non ci voleva un indovino per capirlo. Si rischia solo di replicare in digitale la stessa situazione caotica e anarchica dell'analogico.

Proprio perché il digitale consente di moltiplicare i canali veicolati da una singola frequenza (una frequenza = 4/6 canali televisivi) si sarebbe dovuto passare da una logica di assegnazione di frequenze ad una logica di assegnazione di una quota di banda garantita. Con una separazione quindi tra operatori di rete che si occupano di gestire gli spazi (i ripetitori e le frequenze) e operatori televisivi che utilizzano la banda loro assegnata come meglio credono.

Sicuramente è un approccio più complesso da gestire e necessita di un forte coordinamento tra i vari soggetti coinvolti ma è più efficiente per quanto riguarda l'utilizzo del poco spazio disponibile.
Si continua a ripetere, infatti, che le frequenze sono una risorsa scarsa eppure non mi sembra si faccia nulla per usarla al meglio. Addirittura al momento non si prevede alcun significativo ritorno economico per l'assegnazione del dividendo digitale. Il contrario di qualsiasi banale principio economico sul rapporto domanda-offerta. Veramente geniale!

Saluti
 
TNG ha scritto:
Perché 16 mux nazionali? Hai già considerato TivuItalia come nazionale?

Inizialmente si parlava di un dividendo digitale di 5 canali più un EVENTUALE sesto per il DVB-H. Esiste una richiesta vincolante per questo sesto canale?

L'Adriatic Agreement è stato concordato nel 2006, durante la conferenza di Ginevra?
Se sì, allora perché si è deciso di assegnare, anche solo provvisoriamente, i ch 33 e 57 a mux nazionali ben sapendo che nelle zone di confine tali canali non potevano essere pienamente utilizzabili?

Saluti
Dai conti che ho fatto io, ci si troverebbe con 25 mux nazionali e 24 mux regionali possibili.
I mux nazionali dovrebbero essere:
  • 5 Mux Rai (includendo anche il mux1 in uhf che sostanzialmente ci sarà in ogni regione)
  • 5 Mediaset (includendo il mux dvb-h)
  • 3 Timb
  • 2 ReteA
  • 1 Dfree
  • 1 La3
  • 1 Retecapri
  • 1 Europa7
  • 1 Tivuitalia (se la vogliamo includere, altrimenti basta fare -1)
  • 6 Dividendo (il mux per il dvb-h è obbligatorio per la risoluzione della procedura di infrazione)
Quindi ci troviamo sostanzialmente con 25+1 frequenze per i mux nazionali e 24, come da piano appena approvato dall'agcom, per le locali.
Così stando le cose lo spazio si crea per tutti, basta solo razionalizzare.

Per quanto riguarda il discorso degli slot, è una logica che sostanzialmente è stata applicata in tutta europa, Francia in primis. Però negli altri paesi non c'erano lo stesso numero di operatori locali che quindi avrebbero potuto vantare diritti quesiti come in Italia. E poi all'estero la possibilità di trasmettere è sempre stata, ed anche sentita dall'opinione pubblica, come una concessione dello Stato, in Italia è invece prevalsa l'idea che fosse un diritto inalienabile del privato cittadino (e dell'emittenti locali) appropriarsi del bene comune per farne un uso privato.

Comunque, ritornando al PNAF approvato dell'AGCOM, almeno sulla carta i conti tornano, vengono garantiti 1/3 delle risorse alle locali (24 mux, di cui 6 regionali e 18 da suddividere sui vari bacini, in modo da poter far coabitare soggetti diversi sulla stessa frequenza) ed al cotempo c'è lo spazio per questi 25/26 mux nazionali. Quello che viene completamente sacrificato è il dividendo esterno per l'internet mobile, perchè sostanzialmente gli verranno destinate solo le risorse non usate dalle locali, quindi ci sarà una copertura molto scarsa e soprattutto solo in regioni meno popolate o con più problemi orografici (dove le locali sono inferiori di numero).

IMHO pagaremo lo scotto di questa situazione in futuro, quando nei paesi confinanti navigheranno dappertutto, magari a velocità maggiore e con una tariffa flat, mentre da noi non sarà possibile perchè non si sono frequenze disponibili.
 
L_Rogue ha scritto:
In base al fatto che le concessioni erano provvisorie fino al varo del nuovo PNAF, che è arrivato. E' tutto scritto nelle ordinanze di assegnazione dell'AGCOM, area per area.

Lo abbiamo già detto, mi pare. ;)


Ora come dici tu toglieranno ke frequenze a Mediaset, Rai e Telecom?
L'ultima parola ce l'ha il parlamento caro.
 
Nicola47 ha scritto:
Ora come dici tu toglieranno ke frequenze a Mediaset, Rai e Telecom?
L'ultima parola ce l'ha il parlamento caro.
MA LA SMETTI DI FARE IL TROLL?!?! Tu non sai manco quello che stai dicendo! La parola c'è l'ha solo l'Agcom ed in second'ordine il Ministero dello Sviluppo Economico, il parlamento non c'entra una mazza. Non se ne può più dei tuoi inutili interventi trolleggianti.
 
TNG ha scritto:
Perché 16 mux nazionali? Hai già considerato TivuItalia come nazionale?

Ho contato quelli attuali in aree di switch off elencati qui:

http://www.digital-forum.it/showthread.php?t=761

Inizialmente si parlava di un dividendo digitale di 5 canali più un EVENTUALE sesto per il DVB-H. Esiste una richiesta vincolante per questo sesto canale?

Edit: anassimenes dice che sia obbligatorio per chiudere la procedura di infrazione. Di questo non sono sicuro, ma non mi sono occupato a fondo della cosa, quindi potrebbe anche essere.

L'Adriatic Agreement è stato concordato nel 2006, durante la conferenza di Ginevra?

Da quel che so io, quel documento non è un accordo internazionale in senso stretto, nemmeno come addendo alla Conferenza di Ginevra, quanto piuttosto un accordo operativo tra amministrazioni.

Quindi la sua violazione provocherebbe sicuramente l'inca**atura dei vicini, ma non una responsabilità a livello internazionale multilaterale.
 
Da questo articolo, sembrerebbe che le frequenze per il DVB-H, siano convertite per flop. E' attendibile?

http://www.newslinet.it/notizie/agc...l-dtt-basato-su-tecnologia-snf-non-assoluta-c

"Soddisfazione è stata espressa dal presidente dell'Autorità, Corrado Calabrò, per il quale il Piano così rivisto è flessibile al punto giusto per poter adeguarsi agli sviluppi tecnologici: si pensi, per esempio, alla probabile conversione delle previste reti DVB-H (un flop) al DVB-T (o al DVB-T2, visto che insieme ad Europa 7 anche RAI dovrebbe iniziare a sperimentarlo). "
 
E se invece di assegnare il dividendo digitale alle sole tv lo destinassero fin da subito a internet e liberassero e le frequenze flop per il DVB-H avremmo in totale 8 frequenze libere che potranno essere messe all'asta per i servizi internet agli operatori mobili non mi sembra un ragionamento così difficile.

Poi le frequenze già assegnate dal 61 al 69 sarebbero fatte "shiftare" nei buchi lasciati liberi et voilà!!!
 
L_Rogue ha scritto:
Ho contato quelli attuali in aree di switch off elencati qui:
http://www.digital-forum.it/showthread.php?t=761
Ho capito perché non mi quadrava, perché hai contato due volte un canale: il ch. 25 Rai, che al momento è usato per il DVB-T, dovrebbe essere usato per il DVB-H e quindi era già compreso, nel tuo conteggio, tra i tre DVB-H. :)

Comunque il riassunto dettagliato lo ha fatto Anassimenes.

L_Rogue ha scritto:
Da quel che so io, quel documento non è un accordo internazionale in senso stretto, nemmeno come addendo alla Conferenza di Ginevra, quanto piuttosto un accordo operativo tra amministrazioni.
Mi interessava sapere più che altro quando era stato siglato. Se è effettivamente del 2006 mi chiedo per quale motivo non sia stato rispettato; si poteva benissimo evitare di scegliere le due frequenze 33 e 57 per due mux nazionali e utilizzarne altre due tra le 25 disponibili.
Il ragionamento "possiamo anche non rispettare l'accordo tanto non succede nulla" avrebbe senso se fossero necessarie più frequenze nazionali delle 25 concordate ma siccome dai conti così non è perché violare in partenza l'accordo? Solo per il gusto di non rispettarlo?

Saluti
 
Paolo1969 ha scritto:
"Soddisfazione è stata espressa dal presidente dell'Autorità, Corrado Calabrò, per il quale il Piano così rivisto è flessibile al punto giusto per poter adeguarsi agli sviluppi tecnologici: si pensi, per esempio, alla probabile conversione delle previste reti DVB-H (un flop) al DVB-T (o al DVB-T2, visto che insieme ad Europa 7 anche RAI dovrebbe iniziare a sperimentarlo). "

Bene finalmente se ne stanno accorgendo che è una tecnologia che ha fallito e che va abbandonata , come è accaduto anche per i VideoTelefoni.;) :lol: :lol: :lol:
 
TNG ha scritto:
Mi interessava sapere più che altro quando era stato siglato. Se è effettivamente del 2006 mi chiedo per quale motivo non sia stato rispettato; si poteva benissimo evitare di scegliere le due frequenze 33 e 57 per due mux nazionali e utilizzarne altre due tra le 25 disponibili.
Il ragionamento "possiamo anche non rispettare l'accordo tanto non succede nulla" avrebbe senso se fossero necessarie più frequenze nazionali delle 25 concordate ma siccome dai conti così non è perché violare in partenza l'accordo? Solo per il gusto di non rispettarlo?

Tutti i nostri vicini ci conoscono per il nostro scarso rispetto degli accordi transfrontalieri per quel che riguarda le trasmissioni TV.

Viene quasi da dire che pure loro sottoscrivono gli accordi sapendo già che li violeremo. :D
 
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