Ho letto il piano e gli allegati.
A mio avviso il piano, sulla carta, è ottimo, ma per trovare un'applicazione pratica sul territorio bisogna votarsi a qualche santo per avere in dono la capacità di far miracoli.
Una nota curiosa: si insiste sul fatto che tutte le emittenti nazionali dovranno avere copertura equivalente di circa 80% del territorio. Sembra quasi che se anche una frequenza potesse coprire il 90% e più essa sarà utilizzabile per legge e per equità solo sull'80% del territorio.
Tornando a parlare più seriamente vorrei sottolineare un passaggio:
"la pianificazione di dettaglio della rete digitale terrestre di servizio pubblico della Rai, con riferimento alla frequenza UHF regionale, sarà oggetto di apposito provvedimento integrativo, nel rispetto dei criteri di massima efficienza dell’uso dello spettro"
Questo mi fa pensare che si stia preparando un mux regionale adatto anche ad ospitare in affitto altre realtà locali che non abbiano voglia o copertura finanziaria tali da giustificare un investimento in un mux di proprietà. Vedrei ad esempio bene una tv come Telelibertà approfittare dell'ospitalità su un mux regionale lombardo liberando una frequenza su un'area tecnica molto affollata.
Note dolenti arrivano alla lettura dei due allegati.
Le frequenze nazionali sembrano prese a casaccio, ovviamente ci sono quelle libere da accordi con altri paesi (16) ma anche frequenze che dovranno essere sostituite in molte aree tecniche di confine.
Tra queste 7-8-11 sono ben tre frequenze in vhf con capacità di banda inferiore alle altre e vorrei capire a chi capiteranno in sorte.
L'8 sembrerebbe in vero già assegnato a Europa 7, ma in realtà è una falsità, visto che trasmetterà su una frequenza diversa in molte aree tecniche: "La pianificazione prevede le frequenze in banda UHF assegnate con l'Accordo procedimentale o in alternativa l'utilizzo del canale 10 nelle aree tecniche 2, 5, 8, 9, 10, 14, 16."
Questo si può leggere in molti modi: Di stefano ha di fatto la possibilità di scelta, a quanto sembra, tra il trasmettere, sul CH 8 e 10 o sul CH8 e vari altri in UHF.
Da tenere ben presente che alla luce del nuovo piano, ogni area tecnica in cui gli è stato assegnato un cerotto dovrà essere interamente coperta da quella frequenza e non dal CH 8 che tornerebbe a disposizione del ministero per altra assegnazione. Per fare un esempio pratico in lombardia e piemonte occidentale se accetta il 69 vedremo europa 7 su tale frequenza e non sul CH 8. Considerando il numero di cerotti ricevuti il CH8 resterebbe davvero una risorsa marginale.
Il Dvb-H si prende 4 delle frequenze senza conflitti, partendo dall'11 VHF per poi finire col 54 UHF, un bel modo per complicare la vita ai costruttori di cellulari che dovranno vedersela con frequenze piuttosto distanti tra loro. 36, 37, 38, 40 erano canali attigui, nazionali, senza interferenze, a cavallo tra due bande differenti un po' critiche per gli impianti d'antenna tv, ma evidentemente a qualcuno piace fare gli spezzatini. Io personalmente avrei riservato al Dvb-T le frequenze VHF, ma è giusto un mio capriccio.
Dal documento tecnico risulta che la rai vorrebbe realizzare uno dei suoi mux (quello in MFN) utilizzando due frequenze VHF e due frequenze UHF, più un'ulteriore frequenza dal penice: un bel grattacapo di cui non si dice molto nell'allegato dei canali assegnati che risultano solo il 5 e il 9 VHF più una misteriosa frequenza UHF differente per ogni regione.
Qualcuno (forse retecapri?) ha anche richiesto che almeno il primo mux di ogni operatore nazionale sia su una frequenza non interferente coi paesi esteri. Condivido l'idea.
I canali UHF e VHF sono stati equiparati usando il trucchetto di configurazioni differenti che danno medesima banda.
Per le locali si evidenziano grossi problemi legati al bacino d'utenza che può coincidere con un'area tecnica ma anche essere a cavallo tra due differenti aree e questo è un grosso problema.