Perchè dire no al nucleareI costi
Il professor Jeffrey R. Paine dopo uno studio pubblicato nel 2009 è arrivato alla conclusione che nelle condizioni più ottimistiche le centrali nucleari dell'attuale generazione, nel corso della loro vita, possono arrivare al massimo a coprire i costi. Questo a testimonianza che nonostante l'elevata resa dell'uranio i costi di costruzione e di mantenimento sono troppo elevati per definirla "conveniente". D'altronde ci sarà anche un motivo se nessuna azienda privata, senza ingenti sovvenzioni statali, abbia pensato a costruire una centrale negli ultimi decenni ormai.
Qualche anno fa il Ministero dell'Energia americano ha dato una stima del costo di produzione di un kWh nucleare: 6,1 centesimi di euro, oltre due centesimi in più rispetto l'utilizzo di carbone o gas.
Costa tantissimo costruirle le centrali e costa molto mantenerle. In India, uno dei paesi che ha deciso di costruire nuove centrali negli ultimi anni, le sovvenzioni statali sono aumentati del 300% rispetto la spesa inizialmente prevista. Questo perchè oggi occorre molto più tempo (occorrono più di 10 anni per una centrale!) e denaro rispetto una volta per costruire centrali. Una delle poche stime ufficiali fatte negli Stati Uniti stimava il costo medio complessivo di una delle centrali costruite in quasi 2 miliardi di dollari!
Con costi così elevati di cotruzione e manutenzione il costo dell'uranio passa quasi in secondo piano. Ma giusto per saperlo: nel 2000 costava meno di 10$/libbra, oggi costa oltre 10 volte di più.
Le scorie
Uno dei problemi maggiori della produzione di energia tramite centrali nucleari è la produzione di materiali di scarto radioattivi. Dopo decenni di attività non esiste ancora oggi nessun metodo di smaltimento sicuro. Dai primi anni 90 sono in studio progetti che permettono di renderle "sicure" o comunque di riciclarle; ma non sono ancora stati messi in atto per due motivi: non sono sicuri e richiedono un investimento stimato di 1,5 miliardi di euro per ogni singolo impianto. L'unico modo per smartirle ad oggi è interrarle in profondità, ma le aree circostanti avrebbero comunque conseguenze, e non è facile individuare tali luoghi adatti, anche considerato che le scorie devono rimamerci per 1.000.000 di anni... Negli USA ad oggi non hanno costruito neanche un luogo sicuro per confinarle, e attualmente le scorie sono accumulate in decine di stabilimenti sparsi sul territorio nazionale...
Le radiazioni
Forse pochi sanno che una centrale nucleare emette radiazioni anche durante il normale funzionamento. Queste radiazioni nel lungo periodo hanno ovviamente effetti dannosi sulla salute. Il pericolo dell'inquinamento radiattivo si estende anche ai luoghi interessati dal trasporto del materiale radiattivo e dal deposito temporaneo o definitivo delle scorie.
I rischi d'incidente
Le centrali di oggi sono più sicure, è vero, come detto sopra i costi sono aumentati anche per questo. Ma i rischi sono comunque elevatissimi. Non perché sia facile che un incidente catastrifico accada, ma perché ne basta uno per effetti terribili su vaste zone. In Italia come in Giappone la sismicità aumenta i rischi, ma non servono crolli per causare un disastro. In Giappone in questo momento è bastato un malfunzionamento dell'impianto di raffreddamento per provocare il rischio di una fusione del reattore (nuova Chernobil). A volte si sente dire "ma tanto siamo circondati da centrali". E' vero, ma se la centrale di Chernobil fosse esplosa in Italia, gli effetti sul nostro territorio non sarebbero stati uguali. Nelle immediate vicinanze si ha un'area invivibile per generazioni, sulle popolazioni confinanti un aumento esponenziale delle malettie genetiche, di leucemie, tumori... Un incidente in Francia oggi potrebbe anche interessarci, ma gli effetti sul nostro territorio, anche se gravi, non saranno mai come quelli in territorio francese.
Questo discorso vale comunque per incidenti catastrofici. Altra cosa che però in molti non sanno è che gli incidenti meno gravi non sono così rari, ma in giro per il mondo non sono poche le centrali che hanno avuto malfunzionamenti con il conseguente rilascio nell'atmosfera di radizioni oltre il normale livello di funzionamento.
Le alternative ci sono
Nei decenni scorsi qualcuno è arrivato a considerare l'energia nucleare quasi come quelle rinnovabili, pulita, sicura, e grazie alla sue efficenza alternativa a petrolio, gas e carbone. Oggi, col senno di poi, le opinioni sono cambiate. Da oltre dieci anni ormai l'ONU l'ha dichiarata in realtà sporca (vedi radiazioni), non sicura (vedi incidenti che si sono verificati), ma soprattutto non necessaria. L'uranio è destinato ad esaurirsi come il petrolio, le uniche vere fonti di energia inesauribili, sicure e pulite sono l'acqua, il sole e il vento. Oggi gli stati moderni è su queste che investono, mentre la costruzione di nuove centrali è stata abbandonata da molti. Investire sulle rinnovabili costa inoltre molto meno che sul nucleare. Oggi i più ottimisti dicono che le risorse naturali tecnicamente sfruttabili sono in grado da sole di produrre 6 volte quello che è il fabbisogno energetico mondiale. In ogni caso i metodi di sfruttamento di tali energie sono sempre più efficienti. Qualche mese fa, in merito allo sfruttamento dell'energia solare, è stato stimato che per soddisfare l'intero fabbisogno nazionale italiano sarebbe sufficiente una centrale solare con una superficie pari ad un quadrato con il lato di circa 40 km, mentre una superficie di 400 km quadrati, pari a un quadrato di 20x20 km, darebbe il 25% della produzione elettrica italiana. Questo per come stanno le cose oggi. E' chiaro che non è una soluzione a brevissimo temine (di certo non lo è neanche il nucleare), ma considerato che i costi sono nettamente inferiori, ed è questa la strada che tutti saranno obbligati a seguire, sarebbe meglio che l'Italia risparmiasse i soldi previsti per costruzione di nuove centrali e puntasse su questo tipo di energie come gli stati moderni stanno facendo. Dagli USA, alla Germania, allo stesso Giappone.
Entro il 2040 il Giappone avrà la prima centrale elettrica orbitale, ovvero costruita da uno o più satellitidotati di celle fotovoltatiche che converte la luce del sole in corrente eletrica, poi trasmessa sulla terra mediante mocroonde o laser. Questo a testimoniare su come gli altri stati, anche quelli che hanno usato il nucleare di più al mondo, stanno costruendo i loro piani energetici. Forse in pochi sanno che nel 2010 la Spagna ha provveduto a oltre il 16% del proprio fabbisogno energetico solo tramite centrali eoliche, riducendo in un anno del 26% le proprie emissioni di CO2. Questa è la realtà e questo il futuro, ripeto obbligato, perché comunque anche l'uranio finirà.