dal SOLE 24 ORE.
ROMA - Il Governo scende in campo sulla possibilità che Sky possa acquisire una frequenza terrestre nazionale tra le cinque da assegnare con procedura pubblica. L'esecutivo guidato da Silvio Berlusconi, quando, entro le festività, riceverà il parere interpretativo richiesto al Consiglio di Stato, e se questo sarà favorevole alle proprie tesi, sarà nelle condizioni di dare o meno l'ok a Sky - controllata dalla News Corp di Rupert Murdoch, società statunitense - sull'aggiudicazione di una delle frequenze da assegnare nel 2011.
Sarebbe la conclusione di una vicenda venuta alla luce ieri, ma che da quest'estate vede un fitto carteggio tra il Governo, l'ambasciata statunitense in Italia, quella italiana a Washington e il Dipartimento di Stato americano (nulla è uscito anche su WikiLeaks). Alla fine, il Governo ha deciso di chiedere al Consiglio di Stato un parere interpretativo sulla possibilità di estendere ai partecipanti all'assegnazione delle cinque reti una norma della legge Maccanico del 97. Quella che, all'articolo 3 prevede, per il rilascio delle concessioni analogiche (oggi si tratta di autorizzazioni per il digitale) «un trattamento di effettiva reciprocità» con il paese del gruppo controllante, se quest'ultimo sia «non appartenente all'Unione europea, fatti salvi gli accordi internazionali». La delibera 497, con la quale l'Autorità per le comunicazioni ha approvato il Regolamento per il "beauty contest" sulle cinque frequenze prevede, invece, che possano parteciparvi tutte le società che abbiano sede in uno stato dell'Unione europea. Il Consiglio di Stato, a sua volta, ha chiesto un parere proprio all'Agcom, oltre che al Ministero degli esteri.
Si tratta, secondo il Ministero dello Sviluppo, «di un quesito per sgombrare ogni possibile equivoco su come debba essere inteso il principio della reciprocità tra Stati - e non tra piattaforme tecnologiche - con particolare riferimento, ovviamente, a quelli extra Ue». La vicenda è stata rivelata da Paolo Gentiloni, responsabile comunicazione del Pd, che commenta: «Se venisse confermato il tentativo dell'esecutivo di utilizzare il fatto che Sky sia un'azienda degli Stati Uniti per mettere i bastoni tra le ruote ad un concorrente di Mediaset, ci troveremmo davanti a un comportamento sbalorditivo. Sull'altare del conflitto d'interesse il governo non esiterebbe a contrastare gli investimenti di imprese statunitensi nel settore».
Nel sistema televisivo nazionale già operano operatori controllati da gruppi statunitensi come Disney, Turner, Current Tv e la QVC, il colosso delle televendite che è entrato, dal primo ottobre di quest'anno, sul digitale terrestre. Sky opera nel nostro paese dal 2003 e ha già ottenuto l'autorizzazione per il canale terrestre Cielo. Sky, soprattutto, ha ottenuto, a luglio, il "via libera" dalla commissione Ue a partecipare all'assegnazione di una delle cinque frequenze, anticipando la scadenza degli obblighi fissati dalla Ue per fine 2011, al tempo della fusione Stream-Tele+. Qualche analogia, infine, con il "no" opposto da Maurizio Gasparri, ministro delle comunicazioni del governo Berlusconi, all'ingresso dell'americana Crown Castle nel capitale di RaiWay, società che gestisce la rete di trasmissione della Rai, con una quota del 49 per cento.