Burchio ha scritto:
io non credo neanche alla polverizzazione...
Mi hai frainteso. Con un termine forse un po' più appropriato, facevo piuttosto riferimento alla
parcellizzazione dell'auditel (che peraltro ritengo affidabile, e ci sono validissimi motivi per farlo).
Quello che intendevo dire, è che non credo, come alcuni guru della comunicazione vanno dicendo da un po' di tempo, che le abitudini televisive degli italiani possano portare a un
frazionamento degli ascolti, e quindi a una sorta di distribuzione più o meno equa tra gli infiniti (oramai) canali a disposizione. Infatti, pur ritenendo plausibile che il bacino di utenza totale si sia ridotto (da noi, come negli USA), a fronte di un calo generale dell'audience totale, i rapporti di forza tra le varie reti non sono mutati.
Il fatto che da noi si sia affermata una realtà come Sky o in America la tv via cavo, non ha scalfito il predominio delle tv generaliste. Semplicemente si avvertiva l'esigenza di una maggiore scelta, e questa ha opportunamente trovato soddisfazione nella possibilità di utilizzare dei canali alternativi; fermo restando però il prestigio di quei canali che da sempre sono stati i punti di riferimento e che ancora sono capaci di creare fenomeni di aggregazione di massa (vedi Sanremo o American idol).
E' per questo che, o Sky accetta di muoversi nell'ambito della posizione di nicchia che al momento le è propria e che coerentemente si è creata, oppure accetta la sfida di diventare grande e di battersi ad armi pari con i colossi. Per far ciò, però, l'unica strada praticabile (a mio avviso) è quella di confrontarsi sullo stesso terreno della tv generalista (tg, informazione, fiction, cultura, intrattenimento leggero, tf).
E questo non vuol dire: 'ancora un'altra inutile rete generalista', perchè tutto dipenderebbe dal linguaggio che verrebbe utilizzato per questi canali.
Il futuro è in una nuova
forma di comunicazione, che riesca a dare peso e credibilità alla
sostanza che viene proposta.