saluti a tutti i frequentatori-fondatori di questo thread,
non entro nel merito delle situazioni, poichè forse da qui mi sfugge qualcosa, ma si sta affrontando una questione strettamente tecnica.
fissiamo un paio di punti, mi dispiace forse sono guastafeste, ma il forum è pubblico e tali sono i concetti non sempre esatti:
1. tutte le trasmssioni UHF in Campania, dopo lo switch off, sono in isofrequenza (salvo rare eccezioni); ognuno ha dovuto implementare la tecnica SFN, molti per la prima volta con i risultati che si vedono...
2. ormai molto spesso nel forum si sente dire "xxx ha problemi si sfn": ebbene le reti SFN sono in realtà una possibilità ulteriore offerta dalla modulazione cofdm, ma non possono essere una risposta efficace a problemi tipici e perenni delle trasmissioni in etere.
con l' avanzamento della tecnologia, infatti, si è iniziato a trasmettere segnali modulati nel tempo attraverso le tecniche "digitali". Man mano si sono ottenuti benefici, ma ci sono stati nuovi problemi da affrontare.
ora nel particolare, per le modulazioni usate nel dtt:
OVVIAMENTE FARO' UN DISCORSO MOLTO SEMPLIFICATO:
da un tx parte una trasmissione con tecnica cofdm, ovvero il nostro dtt; l' inisieme delle informazioni trasmesse, ovvero il nostro trasport stream, viene di volta in volta intervallato ad un perioro di refrattarietà o di "silenzio", durante il quale nessuna informazione utile è trasmessa. Il tutto avviene ovviamente nell' ordiine dei millisecondi e la cosa non è percepibile.
La necessità di tale tecnica è dettata dal fatto che le trasmissioni via etere incontrano durante il loro cammino ostacoli naturali ed "artificiali", che sono fisiologici e non eliminabili, e che di fatto degradano o distruggono le nostre trasmissioni. Nel nostro caso tali disturbi prendono il nome di echi, ovvero stralci di informazione che giungono in anticipo o ritardo rispetto all' istante di ricezione del nostro sengale "utile", a causa del diverso percorso in aria che han dovuto affrontare.
Per accordare il trasmettitore al ricevitore (il nostro decoder) si è inserito un parametro detto intervallo di guardia, sostanzialmente un tempo durante il quale il decoder è "sordo" alla ricezione di quei famosi echi di cui sopra di parla. In questo modo si contrasta efficacemente la presenza di echi naturali e, in virtù di alcune considerazioni matematiche circa le relazioni spazio-tempo e la velocità di propagazione delle onde, la presenza di trasmissioni isocanale, magari dedicate ad altri bacini, che nostro malgrado riceviamo comunque.
Resta ben inteso che la ricevibilità dipende in primis dalla differenza in potenza tra il segnale ed i suoi echi, dalla loro spaziatura temporale, dal loro ricadere o meno nell' intervallo di guardia, dal loro sommarsi adl altri fenomeni. Tutto ciò è riassunto nelle tipiche misure di C/N, m.e.r., b.e.r., noise margin tipiche dei segnali digitali, e valutabili solo con misuratore di campo.
Quindi, sfn o non, è indispensabile ricevere un mux con valori almeno buoni di queste misure altrimenti non se ne fa nulla
Il nostro scenario è quindi il seguente:
trasmissione "di interesse" circondata ed affetta da echi naturali ed artificiali, ricevitore che deve essere in grado di discriminare quanto non interessa. La soluzione è stata già prospettata in precedenza, ma ora ci interessa applicare quanto esposto al caso delle reti SFN.
avere un singolo trasmettitore circondato da echi, o tanti trasmettitori in sfn più comunque gli echi naturali, è la stessa cosa..
Affinchè si riesca a ricevere bene in reti sfn è necessario sincronizzare tutti i trasmettitori coinvolti potenzialmente nello stessto bacino, in modo tale che la stessa informazione arrivi nello stesso istante, e con gli stessi "inizio e fine", ai ricevitori.
Non è un caso che non abbia parlato dello stesso istante di partenza: siccome ogni trasmettitore giace ad una distanza diversa (rispetto alla posizione del ricevitore), la sua emissione giungerà in anticipo o in ritardo rispetto a quella di un altro tx.
La maestria degli operatori sta proprio qui: devono riuscire a trovare il giusto set point, ovvero settare opportuni ritardi ai trasmettitori, affinchè le trasmssioni multiple giungano in un bacino di utenti praticamente nello stesso istante econ gli stessi inizio e fine
Se è vero che molti di loro pagavano senz' altro un prezzo di inesperienza, è anche vero che il parco antenne campano è prevalentemente non all' altezza, con lacune mai colmate a causa dell' esuberanza delle trasmssioni analogiche.
E' inoltre vero che ci si è coricati molto sul miracolo sfn, senza capire che se non volete avere problemi dovete:
1) puntare uno ed un solo sito di ricezione, e se proprio dovete ricevere da due postazioni, filtrare i segnali in ingresso
2) avere sistemi di ricezione in grado di assicurare adeguati valori di margine di protezione
Le conclusioni del thread sono le seguenti:
-) le emittenti che hanno ottenuto benefici non credo abbiano abbandonato la sfn (salvo rare eccezioni), semmai l' hanno ottimizzata.
-) una sfn faito-spinelli può anche funzionare, ma non dimentichiamo che di mezzo c'è un' orografia del territorio piuttosto ostile, e gli echi fioccano.
-) se riuscite a minimizzare le interferenze cocanale provenienti da uno dei siti, restando quindi solo in balia degli "echi naturali", vi assicuro che riuscirete a vedere tutte le trasmissioni sportive che vi interessano.
E purtroppo qui la morale è sempre la stessa: ad ognuno il proprio mestiere, ad eccezione di chi è solo convinto di saperlo fare, ma in realtà è un ciarlatano.
P.S.: il riferimento non è agli utenti, ma a tutti quegli pseudo-elettrcisti che salgono sui tetti con tv e decoder a montare impianti, che vi lasciano in panne alla prima pioggia o alla prima domenica alle 15.00
saluti a tutti, chiedo scusa per la lunghezza...