I dialetti regionali. Un thread che unisce, non politico, divertente.

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Per dire "fare lo sbruffone" o "fare lo smargiasso" si dice da me

Fà glió buffone o Fà glió squarcióne

A volte sempre per scherzare nel far finta di voler menare qualcuno, si dice anche solo Réggétéme!!!!!, senza aggiungere altro.
 
Péddàccàne = Da queste parti

Péddàllòco = Da codeste parti. Nel dialetto arcaico si diceva Peddaiéssi

Péddàllàne = Da quelle parti.


"Mettilo dentro codesto posto" nel dialetto antico era Mittiglio aiéssi déndo, mentre ora si preferisce Mìttiglio allòco déndo
 
La parola è uguale,ma messa in un contesto differente cambia il significato:

Pisà = accendere,orinare

Ho pisà la lus - Ho acceso la luce
Ma scapa da pisà -Mi scappa di orinare
 
Qualche parola particolare...

Mollicoro = ombelico. Le "o" sono chiuse, non aperte

Occolaro = Doppio mento. Anche qui le "o" sono chiuse.
 
massera ha scritto:
Qualche parola particolare...

Mollicoro = ombelico. Le "o" sono chiuse, non aperte

Occolaro = Doppio mento. Anche qui le "o" sono chiuse.
Tutte "o" chiuse? Interessante ...
Doppio mento mi fa ricordare una persona grassa.
C'è un modo di dire molto curioso da noi, per dire che uno è molto grasso:
L'è gras mis
Alla lettera: E' grasso "bagnato" :eusa_think: :lol: :lol:
 
Interessante ippo :lol:
Qui uno che è grasso è chiatton, chiatto o purputton, questo ultimo termine si riferisce alla polpetta di carne, per la sua forma :D
 
Qui un obeso si può definire chiattone o panzone.
Invece usando termini dialettali,partendo dalla definizione di pancia (burigia) ci sono le varie derivazioni: burigen oppure burigiott
 
Del Piero, Del Piero, Del Piero... e poi ùn fà nà séga!!!

Siena, anno 2000.
Era il periodo in cui Del Piero nella Juventus con Ancelotti allenatore non andava bene per motivi vari, e allora questo signore, proprietario del bar dove andavamo qualche volta a vedere le partite, ripeteva spesso questa battuta:D
 
:lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol:
Più si scende territorialmente e più diventa volgare l'espressione, qui sarebbe
Del Piero, Del Piero, Del Piero... e po nun fà nu c*zz
 
Np293 ha scritto:
:lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol:
Più si scende territorialmente e più diventa volgare l'espressione, qui sarebbe
Del Piero, Del Piero, Del Piero... e po nun fà nu c*zz

Con la variante "aurunca" e pò 'nfà no c'zzo (gli aurunci sono i monti del Lazio Sud che confinano con la Campania e sui quali ci sono vari paesi/paesetti).

Da me quindi si sente la vocale finale e si dice nfà per dire "non fa"

Nei dialetti del mare, e in alcuni nella zona intorno a Cassino, la vocale finale non è muta come nei dialetti campani ma viene conguagliata in "e"

quindi se da me senti dire So ito alla casa dé chìglio (sono andato a casa di quello là) nella parte del mare è intorno a Cassino sarebbe
So ité all' càse d' chìglie
 
Una differenza tra il Lazio "Borbonico" e quello "Pontificio", o meglio nella provincia di Latina appartenuta ai due stati diversi è l'uso del verbo ausiliare.

Nella prov, di Latina appartenuta al Regno di Napoli si usa spesso avere.
Quindi c'è T'aggio ditto, M'hai chiamato ecc, anche se da me c'è per es. l'alternanza tra essere/avere in te l'hai pigliata e te la sì pigliata.
A Gaeta c'è poi T' lo so itt'

Nella prov di Latina Pontificia avremo quasi sempre essere, quindi Te so ditto, Te so chiamato, Me si telefonato, ecc.

Nella provincia di Frosinone nell'area pontificia si una solo essere, mentre nell'area borbonica c'è spesso anche lì l'uso dell'ausiliare essere e poco di quello avere.
 
In questi giorni ci sono politici che hanno promesso di restituire una certa tassa pagata recentemente dagli italiani.

Anche al mio paese c'è qualche battuta su ciò, sulla restituzione di "cose" da parte di questi politici.

In una di esse il politico promette Vé ridongo glio scàfàro!!!.

Vuol dire "Vi ridò lo scafàro" cioé colui che trasportava la zattera da una riva all'altra del fiume, personaggio che oggi non esiste più.
 
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