Nella notte appena trascorsa, a New York si è svolto il “Draft” NBA 2008, trasmesso in diretta su Sky Sport 2. Nel corso dell’evento, l’ormai ex giocatore dell’Armani Jeans Milano, Danilo Gallinari, è stato intervistato telefonicamente in diretta e in esclusiva da Flavio Tranquillo.
Gallinari ha così rilasciato le prime impressioni sull’esperienza che lo attende dalla prossima stagione in NBA con la maglia dei New York Knicks, squadra guidata da coach Mike D’Antoni, anche lui ex giocatore (e tecnico) dell’Olimpia Milano.
Come ti senti quanto è stato stressante quanto è stato divertente ed emozionante?
Un po’ di tutto, stressante sì, emozionante sì, divertente anche. Adesso mi sento un po’ meglio, quando ho salito gli scalini le gambe non le sentivo benissimo. Adesso, però, le ho recuperate appieno.
Quanta sicurezza avevi di andare a giocare a New York?
Dico la verità: non ero sicuro di andarci, la sicurezza c’è stata qualche minuto prima che me l’hanno detto. Ma quando sono entrato non avevo la più pallida idea.
A cosa guardi per considerare di successo la stagione e la carriera in NBA che ti aspetta?
Il mio obiettivo è quello di diventare un giocatore importante per la squadra, pur essendo Rookie. Il mio obiettivo è quello. Poi, a livello di minuti o di altre statistiche, è difficile dire e quindi non saprei. Però, diventare un giocatore importante è sicuramente il mio obiettivo.
Il tuo coach sarà Mike D’Antoni che conosce molto bene la pallacanestro italiana e tuo padre. Questo sarà un vantaggio o un problema per te?
Penso che possa essere soltanto una cosa positiva, nel senso che fra tutte le persone e gli allenatori sia quella più indicata per potermi aiutare sotto tutti gli aspetti in questo percorso. Quindi, sono contentissimo e credo che risvolti negativi non ce ne possano essere. Quello che mi chiedono di fare, lo faccio. Il mio obiettivo è chiaramente quello di lavorare sodo, lavorare ogni giorno e qualsiasi cosa mi chiedano, la farò. Se ci sarà da mettere su qualche chilo, lo si metterà su. Vediamo un po’.
Un pensiero per Milano, che lasci, e uno per New York, che stai imparando a conoscere in questi giorni…
Un saluto per Milano? Non ho molte parole, posso solo dire grazie a Milano, grazie per tutto quello che hanno fatto per me, per il calore della gente. Penso che mi abbiano fatto sentire a casa, supportato. Questa, penso, sia una cosa bellissima. Il mio cuore è solo di Milano, dei tifosi e delle persone di Milano. Per quanto riguarda New York, penso di essere arrivato in una società importantissima in America. Penso di essere arrivato in una piazza importantissima e anche giocare per questa maglia non è male. Diciamo che c’è di peggio…
Hai già deciso il numero di maglia?
Me l’hanno chiesto e ho detto che volevo assolutamente l’otto. Ho chiesto a loro: “Qual è la mia data di nascita?” Mi hanno risposto: “8/8/’88”. Ed io ho detto a loro: “Avete già la risposta”. Vorrei che quello fosse il mio numero e quindi spero che rimanga quello.