Para-pa-”ponzi”, Gli Stati Fan Crack!

Stato
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cudy ha scritto:
Non capisco perché vogliano fare passare la Germania come la nazione cattiva, la nazione che a detta di tanti fa di tutto per mettere i bastoni fra le ruote...

Francamente se io fossi tedesco e mi dicono che devo pagare il debito di altre nazioni, tipo Grecia e la nostra Italietta, pure io mi incacchierei come na bestia...

...allora diciamo così.....
Sbagliato dire che sia solo "cattiva", ma pure che sia totalmente "buona". La storia recente ne dimostra pregi e difetti. Quello che forse infastidisce particolarmente è il suo atteggarsi da capo gruppo, quando ci sono parecchie cose che son ben "sigillate" nella penombra. Per tanti anni, troppi.....la BCE è stata nientaltro che la succursale della Bundesbank. I residui titoli spazzatura greci sono in particolare carico alle banche tedesche, gli altri fatti acquistare dalle altre banche europee...Per citarne un paio veloci......Poi si potrebbe passare all'unificazione della stessa Germania.....I cittadini della Est, sono i primi a non vedere di gran occhio la parte Ovest!!!!

cudy ha scritto:
Perché mai dovrei pagare il debito di una nazione in cui tutti hanno sperperato per anni e CONTINUANO a farlo? Ma stiamo scherzando?
Per non parlare poi della Grecia, che ai tempi dell' entrata nell' euro fece carte false per far vedere al resto d' Europa che i conti erano a posto:doubt: ...



E' una questione di coscienza. Siamo così sicuri che la Germania abbia tutto questo merito ed oculatezza nella gestione? Sicuramente si per buona parte...ma non dimentichiamoci che la stessa Germania si "auto" autorizzò lo sconfinamento oltre 3%. Per quanto riguarda le carte false elleniche.....mi par di ricordare che il ruolo tedesco ne fu almeno accondiscendente

Poi, ammesso che sia vero.....io personalmente non ho modo di constatarne la relatà.....c'è sempre quel discorso CACCIA franco/tedeschi venduti alla Grecia. Parliamo più di colore che sostanza.....ma tantè.......

cudy ha scritto:
A sto punto vedremo per anni la stessa storia.... Un giorno la borsa va su, e lo spread va giu... un altro la borsa va giu e lo spread su......

Dal mio limitatissimo punto di vista....lo spred segue solo l'indicazione di pochi "maledetti" speculatori che hanno in mano le sorti dell'economia e che su questo giochino un gioco poco eticamente sostenibile.......
 
Legare le misure di austerità agli aiuti finanziari, avrebbe un senso etico e finanziario se quegli aiuti servissero a sovvenzionare ristrutturazioni del debito, ovvero realizzare una liquidità in eccesso al fabbisogno corrente che permetta investimenti, in modo da produrre un surplus economico, che sia in grado di rimborsare il debito contratto, in una prospettiva di medio o lungo termine. Ciò che è stato fatto con la Grecia, invece, è coprire un fabbisogno immediato di liquidità per i pagamenti correnti.
Non lo si è fatto per "buon cuore" ma per dar tempo a BCE e banche d'affari (prevalentemente tedesche e francesi) per spostare su altri soggetti tutto il rischio di perdite in caso di default della Grecia.
In questo, ci sono riusciti benissimo, ma lo hanno fatto in modo poco efficiente per le nostre tasche, dato che la spesa finora sostenuta senza risolvere niente altro che salvare loro, sarebbe bastata per azzareare il debito greco di un anno e mezzo fa. Tutto questo, ribadisco, è avvenuto a spese dei cittadini europei (contrubuenti italiani inclusi), dato che fondi di "salvataggio" sono pagati dai cittadini della UE, sotto forma di tasse o di minori servizi pubblici fruiti.
Ora, però, il rischio di perdite in caso di default della grecia, grava sui soli creditori privati....
In realtà, non c'è nessuna comunanza di obiettivi fra Germania ed altri paesi del nord Europa, dato che ai tedeschi, intesi come banche e politica, le cose stanno andando nel modo migliore possibile. I primi per aver evitato perdite a causa di investmenti concessi ad un creditore notoriamente insolvibile, i secondi (la politica), per la possibilità di ottenere più consensi attraverso il fatto che la Germania sembra scoppiare di salute e finanzia il proprio fabbisogno finaziario a tassi pressochè ridicoli.
Attenzione che la corte costituzionale tedesca è un organo di contrappeso all'eventuale populismo/demagogia della politica, a suo tempo studiato per scongiurare il pericolo di certe derive, autoritarie e demagogiche, che tanta presa hanno avuto sui tedeschi nel passato.
Personalmente sono convinto che se la UE non cambia passo e non modifica sostanzialmente gli accordi di Maastricht in un'ottica più adatta alla situazione ed alla creazione di un'Europa federale, l'euro non ha più di un anno di vita, con tutte le conseguenze che da ciò possono derivarne.
Pertanto, spero vivamente che la Corte Costituzionale tedesca cassi tutte le decisioni demenziali prese dal governo della Cancelliera Merkel insieme ai singoli governi dei paesi UE, sia in termini di fiscal compact che di fondi di salvataggio.

montani1 ha scritto:
Il ragionamento dei tedeschi, e non solo visto che molte nazioni del nord d'Europa la pensano allo stesso modo, non riguarda principalmente l'Italia ma tutti i paesi che finora hanno chiesto gli aiuti.
E' logico che i tedeschi vogliano delle garanzie sulle misure d'austerità da prendere in cambio degli aiuti.
 
Ultima modifica:
montani1 ha scritto:
La corte costituzionale tedesca non può cassare quelle decisioni perchè le pressioni europee su quel fronte ormai sono troppo forti.

Altro che se può, anzi, se vuoi ci scommettiamo una pizza... che in tempi di crisi è il massimo rischio ammissibile.

montani1 ha scritto:
Un eventuale decisione in quel senso sarebbe la catastrofe per l'euro perchè verrebbe annullato il primo e unico tentativo di una migliore integrazione europea.

Il fiscal compact andava imposto come prerequisito di adesione all'euro, ma qualcuno (Germania delle banche inclusa) andava bene chiudere gli occhi e far finta che i Piigs fossero nei parametri.
Ora, quello che definisci primo e unico tentativo di integrazione sarebbe in realtà un suicidio, un po' come somministrare una cura da cavallo ad un paziente debilitato, ovvero a tutti i cosiddetti Piigs.
L'ultimo impiegato di banca del settore finanziamenti alle imprese sa che se si vuol dare una chance all'azienda in crisi non si chiede un rientro forzoso del prestito, ma si allungano i tempi del rientro, saldando il debito pregresso con un nuovo e maggiore prestito a più lungo termine.
I politici europei vivono in un'orbita lunare, ma tempo 12 mesi, per quella via (il fiscal compact senza una politica economica di sistema ed una banca centrale che sia tale) ci sarà l'impatto


montani1 ha scritto:
Per quanto riguarda il caso bond Grecia, le misure decise dalla Germania sono state così dure proprio perchè le loro banche ci hanno perso tanto, sia prima con la vendita anticipata dei titoli quando ormai erano scesi, sia dopo per quelli rimasti in portafoglio che sono stati ristrutturati.

Mi sa che i tedschi non ti abbiano tenuto aggiornato....

L’esposizione degli istituti di credito al momento dell’uscita dovrà essere marginale, come previsto dal piano. E infatti, la riduzione è avvenuta quasi completamente. La Banca dei regolamenti internazionali (Bri), cioè la banca centrale delle banche centrali, calcola in via periodica i rapporti fra gli istituti di credito dei singoli Paesi. Se nel marzo 2011 l’esposizione delle banche tedesche sulla Grecia era di 28,9 miliardi di euro, a dicembre 2011 era di 759 milioni di euro. E una posizione analoga è stata assunta anche dagli altri Paesi dell’eurozona. Se la Francia a marzo 2011 aveva un’esposizione di 65,2 miliardi di euro, a fine 2011 erano solo 223 milioni di euro. Se e quando la Grecia uscirà dalla moneta unica, tuttavia, si dovranno affrontare effetti di cui non si conosce la portata. Il paragone che fa Commerzbank è quello con Lehman Brothers, la quarta banca statunitense, saltata nel settembre 2008.
Per questo, di comune accordo con gli altri istituti di credito, ha inserito nel documento la richiesta di riattivazione del SoFFin (Sonderfonds Finanzmarktstabilisierung), lo speciale fondo governativo a protezione delle banche tedesche creato nel 2008, proprio dopo il crac Lehman Brothers. E Commerzbank, dopo aver tremato di fronte alle indiscrezioni dello scorso dicembre che la vedevano in procinto di essere nazionalizzata, deve varare un aumento di capitale da 6,3 miliardi di euro entro il 30 giugno. Il tutto per proteggersi dagli effetti della secessione. Dopo aver preparato il campo alle banche per evitare ripercussioni, si passerà alla gestione dei contratti esistenti. Infatti, un ritorno alla dracma da parte della Grecia, che nel rapporto Commerzbank sarà probabilmente agganciata al dollaro, costringerà tutte le imprese a riscrivere i contratti, che dovranno essere ridenominati.
 
Intervengo nella discussione senza rispondere a nessuno ma dicendo solo la mia opinione...

Dando per scontato che questa crisi sia stata causata dal troppo debito pubblico...come si puòpretendere di uscirne creando altro debito?
A questo punto volendo diminuire il debito possiamo decidere di pagarlo o rinegozziarlo..
Rinegozziandolo milioni di italiani perderebbero miliardi e miliardi di euro,poiché naturalmente del piccolo risparmiatore non interesserebbe niente a nessuno e si riuscirebbe a pagare solo banchee lobby internazionali...e in più l'Italia sarebbe costretta almeno per i prossimi 50 anni a concludere il bilancio in pareggio poiché nessuno si sognerebbe mai di investire in un paese che non paga il proprio debito...quindi alla fine sia non pagando che pagando si arriverebbe sempre ad essere costretti al pareggio...ma pagandolo almeno non si vanno a colpire i piccoli risparmiatori.
 
montani1 ha scritto:
Il problema della crescita in Italia però non è una cosa nuova, è da 10 anni che l'Italia cresce meno della media europea.

Ho l'impressione che è fin dal 1992 che l'Italia cresca meno di altri paesi europei, al di là dei dati ufficiali.
 
Qui non si parla di politica ma non vi sembra che ci siano troppe coincidenze?...:D :doubt:
 
Il debito consolidato dell'azienda Italia c'è...
...se un'azienda ha un serio problema di indebitamento e qualcuno non lo ripiana mettendoci immediatamente capitale liquido da usare per i doverosi investimenti, come minimo bisogna subito pensare a ristrutturare il debito che ti "strozza", per avere, almeno in parte, il capitale ed il tempo per intervenire.
Senza capitali liquidi ed investimenti mirati, è sostanzialmente inutile spostare una coperta che è corta...
E' come se si avesse il problema di sanare le bollette della corrente rimaste impagate, svitando dai lampadari la metà delle lampadine o spegnendo i macchinari delle linee di produzione (vedila come una metafora della recessione)
Qui non si sta cercando "solo" di trarre profitto dalla ormai probabile disintegrazione dell'Euro (più negozietti "compro oro" si vedono e più siamo probabilmente vicini alla deadline) ma, approfittando delle iniziative sballate messe in atto dai singoli governi unitamente alla "non gestione collettiva" dell'illiquidità sistemica nell'economia reale, qualcuno sta letteralmente cercando di ridisegnare anche la mappa dell'Europa politica.

proteasi ha scritto:
siete sicuri che il debito non sia un paravento per un'operazione pianificata che mira "a generare profitti" dalla disintegrazione dell'area euro? ;)
 
montani1 ha scritto:
Per la mancanza di crescita in Italia l'aspetto politico è fondamentale.
Però non vedo in qualsiasi fronte politico italiano personaggi capaci di rilanciare la crescita, questa è la vera mancanza.
Purtroppo gli ultimi e gli attuali politici italiani hanno sia l'incapacità che l'interesse di non migliorare la situazione italiana.
E questo fatto si ripercuote attualmente anche sui mercati visto che nessuno si fida di chi andrà a governare nel 2013
.
su questo non c'è dubbio:crybaby2:
 
In questi gg qualche impresa sta ottenendo i rimborsi dell'Iva a credito, risultante dalla dichiarazione.. io stesso ho ricevuto un rimborso irpef dopo solo 1 anno dalla dich. dei redditi, modello unico 2011.. cosa più unica che rara:5eek:

Se ci si mettono le cose le possono fare per bene per far respirare le piccole e medie imprese, tenuto conto che quando si è invece a debito bisogna pagare subito.

Per rilanciare la crescita occorre anche ridurre il costo del lavoro alle imprese, in termini generali, e dare la possibilità ad esse di assumere personale non solo inferiore ai 35 anni di età..se il lavoro costa di meno si può anche pensare di competere con cinesi e compagnia bella.. ma la riduzione del costo del lavoro vule anche dire meno entrate irpef per lo Stato...:doubt:
 
vero che vuol dire meno entrate per contribuente , ma al tempo si aumentano i contribuenti mantenndo quasi inalterato il conto , in più i nuovi occupati avrebbero soldi da spendere aumentando le entrate dall'iva :D
 
Si, ma inizialmente potrebbero vedersi costretti a tagliare gli stipendi pubblici o le assunzioni agli uffici pubblici (cosa che ho notato che stanno già facendo per es. per le forze dell'ordine e armate). Il discorso dell'aumento dei consumi dovuto all'occupazione potrebbe verificarsi in un secondo momento.

Detto questo a volte occorre fare scelte coraggiose, e come ha già fatto notare qualcun altro, l'impressione è che non abbiamo persone capaci in tal senso.
 
E' utopia pensare cose simili, quando sono i costi generali ed i prezzi dell'area euro (e del mondo occidentale) ad essere n-volte superiori a quelli delle zone dove si delocalizza.
Se ci vogliamo cinesizzare, allora dobbiamo rinunciare in modo ufficiale a ciò che abbiamo da 50 anni a questa parte. L'ecologia è un lusso, la mobilità privata si fa in bicicletta, anzichè 40 ore e settimana corta 12 ore al giorno 6 giorni la settimana, niente tutele sanitarie e pensionistiche, niente norme di sicurezza, impossibilità di far politica, abolizione della classe media.... ma così facendo, cancelliamo anche il mercato di sbocco dei prodotti, perchè i pochi ricchissimi, non compreranno mai abbastanza oggetti e non "consumeranno", in particolar modo se ai "poveri" nessuno fa credito.
...in altre parole, per essere competitivi dovremmo tornare indietro all'epoca pre industriale, causando però contraccolpi tali che si scatenerebbe la guerra civile.
Le fantasie liberiste del "mercato" che si aggiusta da solo unite alla finanza "creativa" ed agli sprechi, ci hanno portato dove siamo, cioè a fondo.
Continuando a seguire certe teorie... presto bisognerà dotarsi di vanga per scavare.
:icon_rolleyes:

massera ha scritto:
..se il lavoro costa di meno si può anche pensare di competere con cinesi e compagnia bella.. ma la riduzione del costo del lavoro vule anche dire meno entrate irpef per lo Stato...:doubt:
 
Ho capito Tuner, ma se non riduci il costo del lavoro le imprese non assumeranno mai. In Italia c'è poi la tendenza a considerare i 40enni, anche con esperienza, gente da buttare. Tra i costi generali dell'area euro alti c'è anche quello del lavoro...

Poi è chiaro che la concorrenza di certi paesi si potrebbe solo eliminare tornando ai tempi in cui c'era il muro di Berlino, quindi utopia pura come dici tu.

Per il resto, gli economisti si limitano a fare solo osservazioni, sono un pò come i meteorologi, e il mondo reale (anche quello economico) è chiaro che è diverso. Ma per creare lavoro le strade sono tre, strade teoriche, d'accordo, ma quelle sono:

1) Stampare moneta e darla direttamente alle imprese, con la promessa di assumere, creando cosi inflazione ad alti livelli, anche se nel breve periodo aumenterebbe l'occupazione (trade-off tra inflazione e disoccupazione)

2) Riduzione del costo del lavoro, in maniere e fasi diverse.

3) Concessione di prestiti alle imprese con conseguente aumento del debito pubblico... cosa impossibile, ai livelli cui è..

L'ho spiegato in maniera un pò grezza, ma credo non ci siano strade diverse..La prima e la terza sono simili, ma non uguali.

Ricordiamo anche che se negli anni '70 e '80 si lavorava tutti, era anche perché appena un'azienda andava in crisi subito scattavano le sovvenzioni governative per farla ancora lavorare, con conseguente aumento del debito pubblico, grazie anche alle tangenti.
E' ovvio poi che il mondo economico di 30-40 anni fa non è quello di adesso.
 
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massera ha scritto:
Ho capito Tuner, ma se non riduci il costo del lavoro le imprese non assumeranno mai. In Italia c'è poi la tendenza a considerare i 40enni, anche con esperienza, gente da buttare. Tra i costi generali dell'area euro alti c'è anche quello del lavoro...
Un operaio tedesco, nel 1999 (cioè prima dell'euro), portava a casa uno stipendio DOPPIO del suo corrispondente italiano, ma non mi pare che la Germania sia andata in crisi, nonostante questo.
Il problema italiano è l'inefficienza complessiva dell'apparato, unitamente ad aziende che hanno caparbiamente continuato a produrre prodotti obsoleti, il cui prezzo è diventato anche poco competitivo nel momento in cui sono cessati gli aiuti statali, che sono sempre stati destinati ai soliti noti.
Come era evidente, gli utili di questi soggetti (più faccendieri che imprenditori) erano privati (cioè loro) ma le perdite sono sempre state pubbliche.
Una situazione del genere ha anche creato degli oligopoli ed alimentato un indotto che difficilmente ha trovato sbocchi alternativi, quando il "made in Italy" ha chiuso od è stato delocalizzato nell'ex Europa dell'EST, in Sudamercia, in Asia ed in Africa.
Rincorrere "successi" e metodi come quelli dei cosiddetti Brics, implica che una buona percentuale della popolazione dovrà vivere sotto la soglia di povertà, cosa che in Europa assumerebbe proporzioni devastanti ed un impatto insostenibile... perchè un conto è nascere e vivere poveri nelle favelas, sapendo in partenza che non esiste alcuna tutela sociale/sanitaria/pensionistica, tutt'altro, piombarci dentro in corso d'opera (e più sei aventi con gli anni e peggio è), senza colpe personali dirette.
Aggiungo che considerare vecchi i 40enni e dare spazio ai giovani con lavori sottopagati, precari od impagati (stage), allungando nel contempo l'età pensionabile in un sistema che è diventato contributivo per sostenere i privilegiati del passato, significa destinare molte persone, cioè i giovani e chi perde il lavoro, a pensioni di vecchiaia, sempre che, in condizioni simili, alla vecchiaia ci si arrivi.

massera ha scritto:
Per il resto, gli economisti si limitano a fare solo osservazioni, sono un pò come i meteorologi, e il mondo reale (anche quello economico) è chiaro che è diverso.
Personalmente (ai tempi) ho seguito due percorsi di istruzione superiore, una economica e l'altra tecnica, per cui penso di avere una buona visuale...

massera ha scritto:
Ma per creare lavoro le strade sono tre, strade teoriche, d'accordo, ma quelle sono:

1) Stampare moneta e darla direttamente alle imprese, con la promessa di assumere, creando cosi inflazione ad alti livelli, anche se nel breve periodo aumenterebbe l'occupazione (trade-off tra inflazione e disoccupazione)

Ma ciò significherebbe anteporre il bene collettivo a discapito dei patrimoni FINANZIARI, ovvero svalutare la moneta corrente, cosa che chi sta bene, proprio non vuol sentire.
...dato che chi "sta bene "comanda e guida" le scelte di politica industriale e fiscale, almeno per ora, non vedo spazi per interventi su vasta scala di questo tipo, quantomeno in Europa ed in Italia.
(...potremo continuare così, a patto che siano attenti a non portare alle "favelas" il popoli Europei, troppo velocemente)

massera ha scritto:
2) Riduzione del costo del lavoro, in maniere e fasi diverse.
Se non ci si preoccupa di avere/creare un mercato che assorba ciò che si produce (ed un serissimo problema è che il nostro mercato interno non assorbe granchè della produzione italiana), è perfettamente inutile produrre, perchè non ci si guadagna. Il benessere sociale e l'allungamento della vita media nel mondo occidentale derivano da redditi (e prestiti) che hanno permesso alle persone una disponibilità oltre la mera sussistenza, unita alla tranquillità di poter pianificare, almeno in parte, il proprio futuro.
Tutto ciò è stato possibile, dagli anni 50 fino alle soglie del 2000, perchè le nazioni più importanti perseguivano politiche monetarie espansive e chi gestiva il credito, quantomeno una buona parte, tendeva (o era obbligato dalle leggi) a finanziare la produzione od il consumo, non la speculazione che scommette sulla crescita illimitata dei prezzi delle materie prime o sui fallimenti dei creditori.

massera ha scritto:
3) Concessione di prestiti alle imprese con conseguente aumento del debito pubblico... cosa impossibile, ai livelli cui è..
Ho già scritto fra le righe che oggi, abbandonate le politiche monetarie espansive, od almeno la posibilità di servirsi della leva monetaria per sostenere una qualunque politica di risanamento , gli Stati sono alla mercè della finanza, anche solo per rinnovare il loro debito. Se lo Stato non batte moneta, se il mercato soffre di illiquidità sistemica e gli unici ad essere "salvati" sono gli istituti di credito, significa che i denari delle tasse vanno, in una certa parte (o in toto) dagli stati alle banche.
Ora, se nessuno ha fatto assolutamente nulla per dare regole al sistema creditizio e finanziario, la poca liquidità circolante non va a finanziare la cosiddetta economia reale (ci si guadagna poco e non se ne conoscono le prospettiva) ma continua ad essere utilizzata a fini speculativi.
Credere che gli Stati in difficoltà possano attuare politiche di crescita in questo contesto senza un aiuto esterno significa illudersi di una cosa irreale, che non sta nè in cielo nè in terra.
...se poi, come nel caso dell'Italia, anzichè chiedere gli aiuti di cui abbiamo bisogno, andiamo invece a finanziare i fondi (presto svuotati) a cui altri attingono, oltre a non poter investire nella crescita siamo pratcamente certi di andare a peggiorare la cose, quantomeno in termini di rapporto debito PIL.
Noi, intendo l'iItalia, dopo esserci andati a ficcare in guai grossi, facendo finta che tutto andasse bene quando invece c'era da correre per recuperare, stiamo ora attuando la politica di Buridano, che pensava di risolvere i problemi insegnando al suo asino a vivere senza mangiare.

massera ha scritto:
Ricordiamo anche che se negli anni '70 e '80 si lavorava tutti, era anche perché appena un'azienda andava in crisi subito scattavano le sovvenzioni governative per farla ancora lavorare, con conseguente aumento del debito pubblico, grazie anche alle tangenti.
E' ovvio poi che il mondo economico di 30-40 anni fa non è quello di adesso.
Il problema non è sovvenzionare le aziende in crisi temporanea, ma i profitti privati (di pochi) con l'aumento del debito pubblico.
Anzichè le buone idee e l'innovazione, cioè i veri imprenditori, in Italia si sono versati fiumi di denaro per far ingrassare le solite ricche e potenti famiglie, che si sono sempre astenute dal rischiare i propri capitali nelle loro attività (e chi potrebbe dargli torto).
E' ovvio che a lungo termine, fare impresa mettendo intrallazzatori e raccomandati a fare da AD, non porta le aziende ad essere realmente remunerative e ad offrire ai mercati prodotti innovativi e richiesti, ma le trasforma in scatole vuote ed in "carrozzoni".
Personalmente credo che la politica dovrebbe sempre perseguire il bene collettivo ed in quest'ottica, non è accettabile al mercato la possibilità di farsi le regole.
Senza un indirizzo di politica economica, senza stabilire le regiole e senza la possibilità della leva monetaria, non può esserci altro che la legge della jungla.
 
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@Tuner
Sul discorso economisti non mi riferivo a te, ma parlavo in generale.. cmq per la cronaca anch'io sono laureato in economia, all'università degli studi di Siena, anche se è ovvio che la preparazione che ho è teorica, e non posso ricordarmi tutto perché poi mi sono occupato d'altro.

Proprio per questo sono d'accordo in gran parte con quello che dici tu, ma se ci sono più persone che lavorano, è chiaro che potrebbe aumentare la propensione al consumo e diminuire quella al risparmio.. è vero cmq che il nostro mercato assorbe poco di quello che produciamo.

Sull'inefficienza del sistema italiano sono d'accordo.. in particolare questa si era verificato nel settore pubblico e quello dei rimborsi irpef che arrivano dopo 4 anni (con conseguenti interessi e quindi altre spese per i contribuenti) era solo un esempio.

Altra tegola: l'aumento del costo della vita.. se per lavorare a 40 anni sei costretto ad andare a Roma o Milano, e magari vuoi andare a vivere da solo per stare tranquillo, va a finire che dai tutto il tuo stipendio al padrone di casa per l'affitto..:5eek:
 
Questo mio messaggio solo per "sfogarmi".
Non ne posso più dei servizi nei vari telegiornali riguardo alle convention americane per le prossime elezioni.
Passi che gli americani siano abilissimi a confezionarci il nulla, facendolo passare per il grande evento............ma non se ne può più
 
davidRN ha scritto:
Questo mio messaggio solo per "sfogarmi".
Non ne posso più dei servizi nei vari telegiornali riguardo alle convention americane per le prossime elezioni.
Passi che gli americani siano abilissimi a confezionarci il nulla, facendolo passare per il grande evento............ma non se ne può più

siamo passati dal fregarcene altamente nonostante l'elezione americana influenzi tutti...a parlarne troppo...xkè lo faceva skytg con degli speciali...che su una rete ALLNEWS ci può anche stare. in un tg di 30 minuti parlarne 20 di obama e romney è chiaramente troppo
 
Che ne pensate del calo dello spread dopo la presa posizione di Draghi della BCE? Credo che sia stato un ottimo passo ed un avviso alla Germania che le cose possono essere fatte anche senza il suo benestare...
 
Stato
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