Para-pa-”ponzi”, Gli Stati Fan Crack!

Stato
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Tuner ha scritto:
Non sarei propriamente convinto che un'uscita dall'euro aggraverebbe la situazione e in parte, la considero una leggenda metropolitana.
Un uscita unilaterale adesso, ad esempio dell'Italia, sì che sarebbe catastrofica, ma per tutti, come una specie di muoia Sansone con tutti i filistei.
Personalmente, ho la netta sensazione che chi ci ha guadagnato, facendo le cose giuste al momento giusrto ed approfittando della sua forza, all'euro ci creda meno degli altri, al punto da considerare inevitabile l'esplosione dell'unione monetaria.

Devo dire che avevamo parlato già di questo aspetto, pensando che forse non ci farebbero neanche uscire dalla moneta unica.

Io sostengo che forse inizialmente potrebbe essere non positiva l'uscita dall'euro, ma a lungo andare non potrebbe che essere salutare.
 
Altra notizia degna di rilievo, secondo me, è la decisione della Gran Bretagna di voler tagliare le tasse sulle imprese di una percentuale che varia dall'1 al 20 per cento, come risulta dalla finanziaria del 2013, ovviamente quella anglosassone.

Qualcuno farà notare che questa manovra ridurrà ulteriormente i servizi sociali... ma sarebbe salutare anche per l'Italia una riduzione della pressione fiscal, soprattutto se teniamo conto degli sprechi pubblici che sono da noi
Pare intanto che il taglio delle province in Sicilia sia stato approvato oggi.
 
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proteasi ha scritto:
Tagliano le tasse alle impresse che produrranno beni che nessuno acquisterà a seguito dei tagli al budget pubblico. Questo perché verrà eseguito l'ennesimo trasferimento di ricchezza che non porterà né a crescita economica né ad una redistribuzione della ricchezza.
Forse Cameron non è stato avvisato del fatto che un numero sempre maggiore di economisti "di destra", (la polemica fu innescata negli USA da economisti vicini ai Repubblicani in aperto contrasto con le teorie dei Tea Party adottate da Romney), trova erronea questa condotta in recessione/depressione. In UK contano i giorni alla fine del Governo Cameron praticamente dai suoi primi passi. E la cosa non mi stupisce :D

Gli sprechi, (un giorno vorrei mi spiegassero cosa sono dato che sino ad oggi ho visto solo tagli orizzontali e aumenti dei costi dei servizi), sono una cosa il welfare un'altra.

welfare/stato sociale che in italia è scadente....
ma non ho capito che cosa potrebbe acaddere ad un'uscita di euro dall'italia
 
proteasi ha scritto:
Dipende cosa tu intenda per scadente.

Se intendi che con la spesa sanitaria più bassa per cittadino d'Europa riusciamo a fare uno dei migliori sistemi sanitari al mondo allora sì, è scadente perché con una spesa adeguata, meglio calibrata e con maggior programmazione, (anche in riferimento a quei rami che non funzionano e gettano ombra sul sistema), riusciremmo a fare di più e meglio ;)

Esistono diversi scenari, che vanno dal ritorno all'Altro Medioevo a venti anni di fame ;) Ma il vero problema sarebbe il futuro, disuniti sarà impossibile, (anche per la ricca Germania), competere con i giganti che si stanno destando. Anche per questo sono iniziate le trattative per un'area di libero scambio USA-UE.

per scadente intendo che nonostante paghiamo tante tasse abbiamo pochi servizi decenti,,,,ottimo l'esempio della sanità ma con le tasse che si pagano si dovrebbe far meglio...

ma se l'italia continua a far debito ma con un aumento della disoccupazione e una diminuzione della produttività e dovesse uscire dall'euro che cosa può accadere.....?
 
E' una "pirl@ta", mi si consenta il termine, perchè anche riducendo del 99% le tasse sulle imprese, i costi dovuti al sistema che le circonda, farà sì che le uniche attività a poterne beneficiare, saranno quelle che già esportano.
Dato che l'unico prodotto esportabile, laddove i costi sistemici sono elevati e la moneta forte, è solo l'alta tecnologia od il lusso, ciò significa avvantaggiare imprese che non hanno un particolare bisogno, senza peraltro risolvere il problema di tutte le altre attività e servizi, che necessitano del mercato interno per esistere e persistere.
Ridurre i servizi, implica che i singoli devono destinare una parte maggiore delle loro risorse a spese primarie ed inevitabili, come ad esempio la salute. Ciò significa ancor meno possibilità di mercato interno, senza contare cosa potrebbe venir a costare allo stato ed alle imprese una popolazione che non fa più prevenzione o che diventa diffusamente affetta da patologie non curate.

La cinesizzazione dell'Europa, con una diminuzione delle retribuzione dovuta alla precarizzazione, è la più grande fesseria di questo inizio millennio.
Bisogna infatti essere stupidi od in malafede per credere di poter contrastare paesi che traggono la loro forza da situazioni in cui tutto è permesso all'impresa, le tasse quasi non esistono, e la manodopera è abituata a vivere con meno dell'essenziale, il tutto condito da politiche monetarie fortemente espansive di sottovalutazione del valore reale (es Reminbi) o aggiustate da un'inflazione pilotata.
Per quanti ricchissimi possano esistere, non si può impiegare la popolazione mondiale per loro, dato che saranno sempre un numero ridicolmente esiguo per sostenere l'industria ed il mercato globale.
O si entra nell'ordine di idee che bisogna stoppare la finanza, ovvero rendere non così remunerativa e garantita la rendita di posizione rispetto agli investimenti materiali, o si tornerà fatalmente alle era pre industriale, in modo sempre più cruento e drammatico.
Se il capitalismo industriale può essere criticabile, quello finanziario è ancora più sconvolgente, per gli effetti devastanti che produce a fronte di nessun beneficio sociale.

massera ha scritto:
Altra notizia degna di rilievo, secondo me, è la decisione della Gran Bretagna di voler tagliare le tasse sulle imprese di una percentuale che varia dall'1 al 20 per cento, come risulta dalla finanziaria del 2013, ovviamente quella anglosassone.

Qualcuno farà notare che questa manovra ridurrà ulteriormente i servizi sociali... ma sarebbe salutare anche per l'Italia una riduzione della pressione fiscal, soprattutto se teniamo conto degli sprechi pubblici che sono da noi
Pare intanto che il taglio delle province in Sicilia sia stato approvato oggi.
 
stefio ha scritto:
OT - Scusa ma tu non sei Italiano ??? :eusa_think: - Chiuso OT

per metà

50 % italiano ( dove sono nato )

50 % filippino (luogo dove sono stato concepito)
 
Tuner ha scritto:
E' una "pirl@ta", mi si consenta il termine, perchè anche riducendo del 99% le tasse sulle imprese, i costi dovuti al sistema che le circonda, farà sì che le uniche attività a poterne beneficiare, saranno quelle che già esportano.
Dato che l'unico prodotto esportabile, laddove i costi sistemici sono elevati e la moneta forte, è solo l'alta tecnologia od il lusso, ciò significa avvantaggiare imprese che non hanno un particolare bisogno, senza peraltro risolvere il problema di tutte le altre attività e servizi, che necessitano del mercato interno per esistere e persistere.
Ridurre i servizi, implica che i singoli devono destinare una parte maggiore delle loro risorse a spese primarie ed inevitabili, come ad esempio la salute. Ciò significa ancor meno possibilità di mercato interno, senza contare cosa potrebbe venir a costare allo stato ed alle imprese una popolazione che non fa più prevenzione o che diventa diffusamente affetta da patologie non curate.

La cinesizzazione dell'Europa, con una diminuzione delle retribuzione dovuta alla precarizzazione, è la più grande fesseria di questo inizio millennio.
Bisogna infatti essere stupidi od in malafede per credere di poter contrastare paesi che traggono la loro forza da situazioni in cui tutto è permesso all'impresa, le tasse quasi non esistono, e la manodopera è abituata a vivere con meno dell'essenziale, il tutto condito da politiche monetarie fortemente espansive di sottovalutazione del valore reale (es Reminbi) o aggiustate da un'inflazione pilotata.
Per quanti ricchissimi possano esistere, non si può impiegare la popolazione mondiale per loro, dato che saranno sempre un numero ridicolmente esiguo per sostenere l'industria ed il mercato globale.
O si entra nell'ordine di idee che bisogna stoppare la finanza, ovvero rendere non così remunerativa e garantita la rendita di posizione rispetto agli investimenti materiali, o si tornerà fatalmente alle era pre industriale, in modo sempre più cruento e drammatico.
Se il capitalismo industriale può essere criticabile, quello finanziario è ancora più sconvolgente, per gli effetti devastanti che produce a fronte di nessun beneficio sociale.
ma non potrebbe bastare fare solo un taglio delle tasse alle piccole e mede imprese?
il problema italiano è anche la l'assenza di impresa o quasi del meridione
 
Tuner ha scritto:
Per quanti ricchissimi possano esistere, non si può impiegare la popolazione mondiale per loro, dato che saranno sempre un numero ridicolmente esiguo per sostenere l'industria ed il mercato globale.
O si entra nell'ordine di idee che bisogna stoppare la finanza, ovvero rendere non così remunerativa e garantita la rendita di posizione rispetto agli investimenti materiali, o si tornerà fatalmente alle era pre industriale, in modo sempre più cruento e drammatico.
Se il capitalismo industriale può essere criticabile, quello finanziario è ancora più sconvolgente, per gli effetti devastanti che produce a fronte di nessun beneficio sociale.

Altro discorso impeccabile, che quoto.
Come abbiamo scritto tempo fa è dagli anni '90 che la finanza esercita questo potere.
I cosiddetti "addetti ai lavori", cioè politici, economisti ecc. sostengono che gli anni '80 sono stati l'ultimo decennio "normale".
 
massera ha scritto:
Altro discorso impeccabile, che quoto.
Come abbiamo scritto tempo fa è dagli anni '90 che la finanza esercita questo potere.
I cosiddetti "addetti ai lavori", cioè politici, economisti ecc. sostengono che gli anni '80 sono stati l'ultimo decennio "normale".


normale ma esagerato!!
 
massera ha scritto:
Chi nasce in Italia è italiano...

non mi sento italiano...non per via della pelle od altri motivi..ma per una mentalità comune che non è la mia..
 
Il problema di fondo è che il meridione d'Italia non è stato industrializzato quando sarebbe stata l'ora di farlo. Oggi, non conviene fare impresa, tanto al Sud come al Nord, perchè i costi sono enormi ed il ritorno incerto.
Se non si hanno capitali (almeno di garanzia) è impossibile essere finanziati dal sistema creditizio e quando anche si ottenesse credito, gli interessi da corrispondere sono sproporzionati ai guadagni ottenibili dal lavoro, fra l'altro in tempi non certo immediati, anche vista la crisi.
Lo scenario è tale, per cui chi ha il capitale non ha ragione nè di investirlo qui, nè di investirlo in attività che comportano rischi e non assicurano i guadagni che si ricavano da certi strumenti finanziari, di dubbia moralità, ma certamente di ben più elevata remunerazione.

883 ha scritto:
ma non potrebbe bastare fare solo un taglio delle tasse alle piccole e mede imprese?
il problema italiano è anche la l'assenza di impresa o quasi del meridione
 
Tuner ha scritto:
Il problema di fondo è che il meridione d'Italia non è stato industrializzato quando sarebbe stata l'ora di farlo. Oggi, non conviene fare impresa, tanto al Sud come al Nord, perchè i costi sono enormi ed il ritorno incerto.
Se non si hanno capitali (almeno di garanzia) è impossibile essere finanziati dal sistema creditizio e quando anche si ottenesse credito, gli interessi da corrispondere sono sproporzionati ai guadagni ottenibili dal lavoro, fra l'altro in tempi non certo immediati, anche vista la crisi.
Lo scenario è tale, per cui chi ha il capitale non ha ragione nè di investirlo qui, nè di investirlo in attività che comportano rischi e non assicurano i guadagni che si ricavano da certi strumenti finanziari, di dubbia moralità, ma certamente di ben più elevata remunerazione.

tuner lancio delle provocazioni:
far governare l'italia a dei diplomatici stranieri: dare in concessione come in egitto i nostri monumenti
oppure dare la possibilità a delle imprese straniere di venire in italia (come in asia) con agevolazione e con percentuale di profitto per l'italia....
che cosa ne pensi?
 
Tuner ha scritto:
Il problema di fondo è che il meridione d'Italia non è stato industrializzato quando sarebbe stata l'ora di farlo. Oggi, non conviene fare impresa, tanto al Sud come al Nord, perchè i costi sono enormi ed il ritorno incerto.

Nel Lazio Meridionale, spesso "identificato" col meridione, a dir la verità varie industrie anche grandi ci sono, come per es la Fiat a Cassino (ma in realtà è nel comune di Piedimonte San Germano, sempre provincia di Frosinone) e anche al mio paese ce n'è una che occupava 700 dipendenti (tra cui mio padre). Poi ce ne sono in diverse "medie" che però ora o hanno chiuso o lavorano di meno per via della crisi.
Anche nella Campania Nord troviamo varie industrie, ma di medie dimensioni che cmq in parte ancora lavorano.
In qualche zona a sud di Roma c'era tantissimo lavoro almeno fino al '92, poi qualcosa si è trovato anche fino al 2008 prima della crisi. Forse la situazione è più grave in zone tipo la Calabria o altre.
Se non si hanno capitali (almeno di garanzia) è impossibile essere finanziati dal sistema creditizio e quando anche si ottenesse credito, gli interessi da corrispondere sono sproporzionati ai guadagni ottenibili dal lavoro, fra l'altro in tempi non certo immediati, anche vista la crisi.
Qui c'è da quotare.
 
883 ha scritto:
tuner lancio delle provocazioni:
oppure dare la possibilità a delle imprese straniere di venire in italia (come in asia) con agevolazione e con percentuale di profitto per l'italia....
che cosa ne pensi?

Impossibile........il concetto principale della delocalizzazione delle aziende italiane è basato sul costo del lavoro. In Italia, ma non solo, è troppo elevato, a differenza di altre parti del mondo....fin troppo basso.

Per un'azienda straniera non vi è attualmente nessun appetibile orizzonte per preferire l'Italia. Senza dimenticare tutto il logorante apparato burocratico a cui dover far fronte......

La maggior parte degli imprenditori italiani non ha nulla da invidiare ai loro colleghi stranieri, bensì "solo" l'apparato politico/burocratico.

Se poi ai difetti italiani sommiamo quelli anche peggiori europei....
 
davidRN ha scritto:
Impossibile........il concetto principale della delocalizzazione delle aziende italiane è basato sul costo del lavoro. In Italia, ma non solo, è troppo elevato, a differenza di altre parti del mondo....fin troppo basso.

Per un'azienda straniera non vi è attualmente nessun appetibile orizzonte per preferire l'Italia. Senza dimenticare tutto il logorante apparato burocratico a cui dover far fronte......

La maggior parte degli imprenditori italiani non ha nulla da invidiare ai loro colleghi stranieri, bensì "solo" l'apparato politico/burocratico.

Se poi ai difetti italiani sommiamo quelli anche peggiori europei....

è una lotta persa in partenza...prima producevano noi...poi i lavoratori acquisiscono diritti nascoso le associazioni ed ecco che spunta fuori un paese dove costa meno produrre(china)...poi anche lì iniziano a migliorare le condizioni di vita il lavoratore acquisisce diritti e la produzione si sposta (vietnam-bangladesh)...intanto nel paese originario...si fa sempre + la fame...e quando con calma le nostre carissime istituzioni si svegliano...qualche produzione rientrerà in italia xkè avranno abbattutto qualche inutile orpello burocratico, e già ora il lavoratore in miseria si abbassa a fare straordinari malretribuiti o retribuiti in giorni di ferie che non potrà mai fare, cassa integrazione...ma lavori ecc ecc
 
Burchio ha scritto:
è una lotta persa in partenza...prima producevano noi...poi i lavoratori acquisiscono diritti nascoso le associazioni ed ecco che spunta fuori un paese dove costa meno produrre(china)...poi anche lì iniziano a migliorare le condizioni di vita il lavoratore acquisisce diritti e la produzione si sposta (vietnam-bangladesh)...intanto nel paese originario...si fa sempre + la fame...e quando con calma le nostre carissime istituzioni si svegliano...qualche produzione rientrerà in italia xkè avranno abbattutto qualche inutile orpello burocratico, e già ora il lavoratore in miseria si abbassa a fare straordinari malretribuiti o retribuiti in giorni di ferie che non potrà mai fare, cassa integrazione...ma lavori ecc ecc

il problema poi che la manodopera asiatica e gli ingegneri asiatici sono anche bravi...
 
Una nota di Palazzo Chigi conferma che entro il 2013 il Governo si impegna a pagare 20 miliardi del debito che lo Stato ha nei confronti delle imprese (su 70 totali) mentre altri 20 sono previsti per il 2014.
Vedremo se avverrà.. sarebbe una grande boccata d'aria per l'economia.
 
massera ha scritto:
Una nota di Palazzo Chigi conferma che entro il 2013 il Governo si impegna a pagare 20 miliardi del debito che lo Stato ha nei confronti delle imprese (su 70 totali) mentre altri 20 sono previsti per il 2014.
Vedremo se avverrà.. sarebbe una grande boccata d'aria per l'economia.

si ma è una piccola boccata d'aria..
 
Stato
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