Rai, conti disastrosi: un piano per la vendita di viale Mazzini

ERCOLINO ha scritto:

Apro un OT per amore di verità ;) ;)

Alberto Guarnieri, scrivendo l'articolo di cui fa menzione ERCOLINO nel suo intervento, forse, anzi ne sono sicuro, ha compiuto un errore scrivendo:

"La notizia ha del clamoroso non tanto per la più che legittima trattativa, ma perché nel 1991-’92 la Rai della gestione Zaccaria-Cappon trattò a lungo la vendita del 49 % di Rai Way per cento milioni di euro in più: 400, agli americani della Crowne Castle. Ma l’allora ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri bloccò l’affare......"

Ciò lo affermo poichè nel 1991-'92 Gasparri non poteva essere Ministro delle Comunicazioni: non era esplosa ancora Tangentopoli e si era in piena era CAF ( Craxi, Andreotti, Forlani) in quegli anni e doveva ancora arrivare il 1° Governo Berlusconi.

Forse intendeva scrivere 2001-'02. Infatti nel Governo di quegli anni Gasparri era ministro delle Comunicazioni. E' sicuramente un refuso confermato anche dal fatto che effettivamente in RAI in quegli anni c'erano Roberto Zaccaria Presidente e Claudio Cappon come DG.

Chiuso OT
 
pipione ha scritto:
Forse intendeva scrivere 2001-'02. Infatti nel Governo di quegli anni Gasparri era ministro delle Comunicazioni. E' sicuramente un refuso confermato anche dal fatto che effettivamente in RAI in quegli anni c'erano Roberto Zaccaria Presidente e Claudio Cappon come DG.

Sì, è esattamente così. Me lo ricordo bene e quella operazione era anche vantaggiosa: la rai avrebbe mantenuto il controllo di RaiWay e la Crowne Castle avrebbe fatto cospicui investimenti nelle infra-strutture, ciò che avrebbe avvantaggiato anche la stessa Rai, e la Crowne Castle ci avrebbe guadagnato dando in affitto spazio sui tralicci a terzi soggetti interessati. Ma era tutto troppo vantaggioso per la Rai, anche se hanno cercato di far credere il contrario e hanno stoppato il tutto
 
Porta a Porta costa il doppio di Annozero, ma Vespa guadagna 5 volte Santoro

Il costo di Porta a Porta per ogni mille ascoltatori è quasi il doppio di quello di Annozero

Articolo di Beatrice Borromeo e Carlo Tecce - 28-ottobre-2010

Sarà anche un’azienda pubblica, ma è pur sempre una società per azioni. Eppure scoprire quali sono i prodotti di successo della Rai e quali i bidoni è impresa da agenti segreti, perché i costi (e le perdite) dei singoli programmi sono tra i segreti meglio custoditi del Paese. Ma incrociando i dati ufficiali, si riesce comunque a rompere il muro di riservatezza che circonda viale Mazzini. Se consideriamo il 2009, ognuna delle 29 puntate annue di Annozero costa 194 mila euro e viene vista in media da quasi cinque milioni di persone (4.942.370) con uno share del 20,08 per cento. I costi vengono interamente coperti dai ricavi pubblicitari, che sono più del triplo: consultando il listino prezzi della Sipra, la concessionaria per la pubblicità della Rai, vediamo che ogni spot di Anno - ze ro della durata di 30 secondi, nell’autunno 2009, è stato venduto a prezzi oscillanti tra i 59 mila e i 66 mila euro. Annozero vende di media 20 spot per un totale di 600 secondi a serata.

Il listino prezzi degli spot​

SU RAI1 Porta a Porta, il programma di Bruno Vespa, va in onda 110 volte all’anno più speciali estivi. Il costo della trasmissione è 70 mila euro a puntata, che lievitano a 84 mila quando passa in prima serata. L’ascolto medio è del 16,44 per cento di share con 1 milione e mezzo di telespettatori (1.410.314). Porta a porta riesce a vendere in media soltanto 360 secondi di pubblicità a serata al prezzo (dati Sipra dell’autunno 2009) di 28 mila euro ogni 30 secondi. 28 mila euro contro circa 60 mila: ma il confronto tra la “redditività ” di Santoro e quella di Vespa deve tener conto del fatto che vanno in onda in orari e su reti diverse, Rai1 è più forte di Rai2, ma la seconda serata per gli inserzionisti vale molto meno del prime time . Si può però calcolare quanto devono pagare i telespettatori che pagano il canone per ciascuna delle due trasmissioni. I costi di Annozero , spalmati sui contribuenti, sono di 30 centesimi di euro ogni mille ascoltatori, per Porta a porta si spendono invece 50 centesimi. Solo L’Ultima paro l a , la trasmissione settimanale di Gianluigi Paragone in seconda serata su Rai2, costa più di quella di Vespa tra i programmi di informazione: 70 centesimi ogni mille ascoltatori se consideriamo i dati forniti dal conduttore stesso, 98 centesimi secondo quanto risulta al Fatto Quotidiano. Le altre principali trasmissioni d’in - formazione della Rai sono, in proporzione, meno care: Re - por t di Milena Gabanelli costa 40 centesimi ogni mille ascoltatori (e 139 mila euro a puntata) e Ballarò di Giovanni Floris 27 centesimi (e 110 mila a puntata). Ecco gli ascolti: quasi 4 milioni in media col 15,54 per cento di share per Ballarò, e quasi tre milioni per Report (12,22 per cento di share), entrambi su Rai3. Nonostante la Sipra si rifiuti di fornire i dati complessivi e dettagliati, sappiamo che Report, a novembre dell’anno scorso, ha venduto 720 secondi di pubblicità per ogni puntata. Prezzo: 55mila euro ogni 30 secondi. Ballarò ha venduto 360 secondi, proprio come Porta a porta, con la differenza però che gli inserzionisti hanno pagato per Floris 54mila euro ogni 30 secondi, circa il doppio che per Vespa. C’è però una variabile cruciale, e dunque riservatissima, per valutare nel concreto se un programma per la Rai è un affare o una palla al piede.

Lo sconto top secret

QUANDO l’azienda vende gli spazi pubblicitari agli inserzionisti, infatti, concede sconti del 40 o 50, persino 60 per cento. Si possono solo fare ipotesi: il pubblico di Santoro, per esempio, è più pregiato perché più giovane (nella fascia 43-53 anni), in quello di Vespa abbondano invece i pensionati, a basso reddito e dunque target secondario per la pubblicità. E’fisiologico, quindi, che la Rai cerchi di incoraggiare l’acquisto di blocchi pubblicitari là dove sono meno redditizi, con vendite in blocco a prezzi scontati (possibili perché Porta a Porta va in onda molto spesso). Infatti al contrario di tutti gli altri programmi, che sono settimanali, Vespa occupa quattro sere a settimana (quando hanno cercato di ridurle a tre, Vespa ha risposto “lascio la Rai”). Un monopolio dell’informazione di Rai1, che non lascia spazio ad altre iniziative, nonostante gli ascolti inferiori agli standard della rete: se la media di Rai1 è del 21,15 per cento di share, Vespa col suo 16,44 per cento di ascolti va sotto quasi di cinque punti. Anche l’Ultima parola abbassa la media di rete (di 1,1 punti di share) portando a casa 759 mila spettatori a fronte della media di 976 mila che ha Rai2 in seconda serata. Perde anche Lucia Annunziata su Rai3: il suo In mezz’ora, in onda nella fascia difficile della domenica pomeriggio (su Rai1 e Canale 5 ci sono i contenitori di varietà) , viene seguito dal 7,77 per cento di share rispetto a una media di rete dell’8,54 per cento. Ma la trasmissione dell’Annunziata non viene interrotta da break pubblicitari, inizia subito dopo il tg e viene seguita solo da promo di altri programmi di Rai3, dunque non pagati. Questo significa che i 25 mila euro lordi, cioè il costo di ogni puntata, non vengono coperti da alcun ricavo. Gli stipendi non sono però proporzionati ai risultati di ascolto: in testa c’è infatti Bruno Vespa, con i suoi 2,12 milioni di euro all’anno. Vespa ha aumentano il suo stipendio base da 1,2 a 1,6 milioni di euro per 100 puntate, a cui aggiungere gli extra per le prime serate. Nella classifica seguono Santoro (662 mila euro) e Floris (500 mila euro di media). Anche se ha raccontato in diretta di guadagnare “solo mille euro lordi a puntate”, Paragone somma il gettone per la conduzione all’ingaggio da 160 mila euro lorde per la vicedirezione di Raidue. Lucia Annunziata incassa invece 8 mila euro lordi a puntata, la Gabanelli soltanto 150 mila all’anno, sempre lordi. (1. Continua)

FONTE: www.ilfattoquotidiano.it
 
Nulla di nuovo... e pensare che vespa una volta recentemente disse che porta a porta è una trasmissione che costa poco e rende tantissimo.(forse alle sue tasche)...
e paragone è andato poi da santoro a lamentarsi che piglia lo stipendio basso... ma vada a lavorare che è in rai da 2 anni è fa un programma che se non era per ieri se lo seguivano solo in 4
 
Ultima modifica:
adriaho ha scritto:
Nulla di nuovo... e pensare che vespa una volta recentemente disse che porta a porta è una trasmissione che costa poco e rende tantissimo.(forse alle sue tasche)...
:5nuclear: :5nuclear: :5nuclear: :evil7:
 
Ultima modifica di un moderatore:
In realtà sono altri tipi di spot che devono
essere recepiti dal pubblico...:icon_rolleyes:
....per risparmiare poi, chiudono la terza
edizione dei TG regionali....!!non mi sorprende
che la Rai non navighi in buone acque...:doubt:
 
Stabiese ha scritto:

per il diritto di replica di bruno vespa, poi chiaramente smentito:D
Rai, per Porta a Porta un tesoretto di bonus e specialiVespa paragona il suo stipendio a quello di Enzo Biagi che guadagnava sedici volte in meno. Bruno in due anni porta a casa 4,2 milioni di euro rispetto ai 250mila di Biagi.
Bruno Vespa ha ragione: abbiamo sbagliato. Infatti gli abbiamo applicato uno sconto non richiesto. Il costo di Porta a Porta in seconda serata non è di 70 mila euro a puntata, come abbiamo scritto. E nemmeno di 47 mila, come dice lui. Ma di 77 mila, per uno speciale in prima serata, diventa 84 mila. Il Fatto ha consultato il documento ufficiale Rai sul “costo ascolto settimanale” e ne ha tratto i costi anche per Annozero, Report, In Mezz’ora, Ballarò e l’Ultima Parola. Difatti nessun altro conduttore ha avuto nulla da smentire o replicare. Vespa sostiene che lo share medio di Porta a Porta, in questa stagione, è del 18,36 per cento. Ma il nostro dato del 16,44 (fonte Auditel) si riferisce all’ultima stagione completa, cioè al 2009-10: 4,71 punti sotto la media di Raiuno (21,15).

Il contratto – Arriviamo al contratto. Scrive Vespa: “Dal mese scorso il mio lordo annuo è salito a 1.500.000 per 116 trasmissioni (e non per 100) dopo che per dieci anni era rimasto bloccato a 1.187.000 per 100 puntate, controvalore in lire del compenso del 2001”. Sorvoliamo sul fatto che Vespa è l’unico collaboratore Rai premiato con un aumento di stipendio, calcolato con un’inflazione da Paese in bancarotta (più 20 per cento). E facciamo un po’ di conti. La scorsa stagione di Porta a Porta s’è chiusa con 124 puntate in seconda serata (per le prime 100 Vespa percepisce 13 mila euro e 12 mila per le restanti 24), 5 in prima serata (30 mila euro) e 13 speciali estivi (15 mila). Ora, basta fare un’operazione aritmetica da terza elementare: moltiplicazione e somma finale. Totale: 1 milione 933 mila euro lordi. Come arriviamo ai 2,124 milioni rivelati dal Fatto? Con un’opzione unica prevista dal principesco contratto di Vespa: i gettoni per le “ospitate” in altri programmi Rai, come Quelli che il calcio e Domenica in. Vediamo il suo prezzario: 8 mila euro per fare l’ospite in una trasmissione in prima serata, 5 mila in seconda serata, 2,5 mila per un’altra collocazione in palinsesto e, udite udite, 10mila per i programmi in cui è “l’attrazione principale”. Forse, dunque, abbiamo sbagliato anche per lo stipendio: ma sempre per difetto.

Enzo Biagi – Molto elegantemente, Vespa tira in ballo un giornalista che non può più replicare: Enzo Biagi, che a suo dire “prendeva un compenso a puntata di 30mila euro nonostante uno share piuttosto modesto”. Tralasciamo il fatto che Biagi tornò in tv dopo cinque anni di esilio bulgaro e andiamo al sodo: Vespa scrive il falso. Per il suo ultimo programma, RT Rotocalco Televisivo trasmesso in orari notturni da Rai3, Biagi percepì 120mila euro lordi per otto puntate più uno speciale. Infatti andò in onda per la metà del tempo previsto e guadagnò metà dei 250mila euro previsti (per due anni), perchè nel frattempo morì. Quindi lo stipendio di Biagi fu di 13mila euro lordi a puntata: meno della metà di quanto scrive Vespa, che in due anni porta a casa 4,2 milioni di euro. Un po’ più (16 volte) dei 250mila di Biagi.

Annozero – Poi Vespa cita Michele Santoro e Annozero: “Bisogna sommare allo stipendio lordo annuo i contributi dovuti al direttore giornalistico dipendente e sommare i costi dei collaboratori più stretti con contratto a tempo indeterminato”. Vespa dovrebbe sapere che lo stipendio, detto appunto “lordo”, già comprende i contribuiti e che i costi di Annozero – pari a 194 mila euro a puntata – sono indicati proprio nel documento ufficiale che il Fatto ha consultato.

Ps. Due fra i più stretti collaboratori di Santoro, Vauro e Travaglio, il contratto non l’hanno nemmeno visto.

Di Beatrice Borromeo e Carlo Tecce

Da Il Fatto Quotidiano del 29/10/2010
 
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Tabella tratta da "Il Fatto Quotidiano" del 28-10-2010

Porta_a_Porta_Annozero_Bruno_Vespa_Michele_Santoro.jpg
 
Secondo me però non è un problema di Vespa o Santoro. Il servizio pubblico non deve guardare gli ascolti ma la qualità del prodotto. La BBC non ha pubblicità eppure continua a lavorare bene. La Rai va gestita e valorizzata come merita. Masi ha rinunciato a 300 milioni da Sky per mettere la divisione sat sul digitale promettendo che ci avrebbe guadagnato: Masi ha avuto ragione oppure no? Perchè acquistare format e fiction dall'esterno quando la Rai è sempre stata l'inverso. Le tv pubbliche devono vivere vendendo format e fiction all'estero (la BBC dalle vendite all'estero ci fa un centinaio di milioni di sterline all'anno).
 
Porta a Porta andrebbe chiuso da diversi anni...trasmissione inutile e stucchevole...ma dopotutto sappiamo perchè Vespa è ancora lì...
Non lo dico per difendere Santoro ma sinceramente dei plastici di Vespa nei farei volentieri a meno...
 
Villans'88 ha scritto:
Porta a Porta andrebbe chiuso da diversi anni...trasmissione inutile e stucchevole...ma dopotutto sappiamo perchè Vespa è ancora lì...
Non lo dico per difendere Santoro ma sinceramente dei plastici di Vespa nei farei volentieri a meno...
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Partendo dal presupposto che, ogni trasmissione possa essere inutile e stucchevole, dipendendo esclusivamente da opinioni personali......, non si arriva mai a risolvere il problema.....

Il problema non credo derivi da Programmi come Annozero o Porta a Porta, che possono e/o devono rimanere nel palinsesto di una rete televisiva. Il vero problema della RAI è tutto il suo apparato burocratico parassitario. Il problema se vogliamo è più difficile da estirpare. Sarebbe meraviglioso, solo il leggere l'elenco alfabetico del personale assunto in RAI con affianco il relativo onere economico riconosciuto.

Anche perchè sarebbe un ottimo modo per smontare tutte le faziosità politiche, che ancora, purtroppo, caratterizzano gran parte dei post inseriti.
 
Ange 86 ha scritto:
Masi ha rinunciato a 300 milioni da Sky per mettere la divisione sat sul digitale promettendo che ci avrebbe guadagnato: Masi ha avuto ragione oppure no? Perchè acquistare format e fiction dall'esterno quando la Rai è sempre stata l'inverso. Le tv pubbliche devono vivere vendendo format e fiction all'estero (la BBC dalle vendite all'estero ci fa un centinaio di milioni di sterline all'anno).

Forse non ci ha guadagnato ancora perchè non tutti i canali sat rai sono presenti in tutte le zone digitalizzate, e quindi non tutti gli italiani residenti nelle aree gia switchate vedono tutti i canali.
 
davidRN ha scritto:
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Partendo dal presupposto che, ogni trasmissione possa essere inutile e stucchevole, dipendendo esclusivamente da opinioni personali......, non si arriva mai a risolvere il problema.....

Il problema non credo derivi da Programmi come Annozero o Porta a Porta, che possono e/o devono rimanere nel palinsesto di una rete televisiva. Il vero problema della RAI è tutto il suo apparato burocratico parassitario. Il problema se vogliamo è più difficile da estirpare. Sarebbe meraviglioso, solo il leggere l'elenco alfabetico del personale assunto in RAI con affianco il relativo onere economico riconosciuto.

Anche perchè sarebbe un ottimo modo per smontare tutte le faziosità politiche, che ancora, purtroppo, caratterizzano gran parte dei post inseriti.

Purtroppo è difficile, se non impossibile, riuscire a staccare la televisione pubblica dall'influenza dei politici e in modo particolare del Governo, a meno che come s'è detto non si arriva alla privatizzazione.
 
... e quanto sarebbero costati i suoi monologhi ed i suoi silenzi ??? Vi ricordate per 4 trasmissioni sue quanto fu speso ????? :eusa_naughty: :eusa_naughty: :eusa_naughty:
Ha detto bene uno di voi quando ha parlato della Bbc & Co che producono format documentari e telefilm che rivendono all'estero cosa che la nostra Rai fa raramente . Certamente trasmissioni come quelle di Celentano o altri possono interessare solo noi italiani non all'estero . :icon_twisted:

Trasmissioni costose come queste possono andare bene quando l'emittente non ha i conti in rosso come ora la Rai . Ma quando si è in una situazione tale le prime spese da eliminare sono quelle superflue e più costose .
 
e sai quanti soldi porterebbe con la pubblicità??? forse non ricordi i 12 milioni di rockpolitik...
 
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