Allora, andando a ripescare la legge di conversione 21 febbraio 2014, n. 9 da cui tutto il discorso dello spegnimento coattivo ed improcrastinabile delle frequenze assegnate agli Stati esteri oltre-Adriatico, ha avuto origine, si legge (ho eliminato le parti meno rilevanti dell'art.6, commi 8, 9 e 9-bis, per la comprensione dei concetti di fondo):
"8.
(...) l'Autorita' per le garanzie nelle comunicazioni avvia le procedure per escludere dalla pianificazione delle frequenze per il servizio televisivo digitale terrestre le frequenze riconosciute a livello internazionale e utilizzate dai Paesi confinanti, pianificate e assegnate ad operatori di rete televisivi in Italia e oggetto di accertate situazioni interferenziali alla data di entrata in vigore del presente decreto (...).
La liberazione delle frequenze di cui al primo periodo deve avere luogo non oltre il 31 dicembre 2014. Alla scadenza del predetto termine, in caso di mancata liberazione delle suddette frequenze, l'Amministrazione competente procede senza ulteriore preavviso alla disattivazione coattiva degli impianti avvalendosi degli organi della polizia postale e delle comunicazioni (...).
9.
Con decreto del Ministro dello sviluppo economico, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, (...), sono definiti i criteri e le modalita' per l'attribuzione, entro il 31 dicembre 2014, in favore degli operatori abilitati alla diffusione di servizi di media audiovisivi, di misure economiche di natura compensativa (...) nella misura massima di 20 milioni di euro (...), finalizzate al volontario rilascio di porzioni di spettro funzionali alla liberazione delle frequenze di cui al comma 8. (...)
9-bis.
L'Autorita' per le garanzie nelle comunicazioni stabilisce le modalita' e le condizioni economiche secondo cui i soggetti assegnatari dei diritti d'uso in ambito locale hanno l'obbligo di cedere una quota della capacita' trasmissiva ad essi assegnata, comunque non inferiore a un programma, a favore dei soggetti legittimamente operanti in ambito locale alla data di entrata in vigore del presente decreto, che procedano al volontario rilascio delle frequenze utilizzate di cui al comma 8 o a cui, sulla base della nuova pianificazione della stessa Autorita' per le garanzie nelle comunicazioni, trovandosi in* posizione NON piu' utile nelle graduatorie di cui all'articolo 4 del decreto-legge 31 marzo 2011, n. 34 (...), sia revocato il diritto d'uso."
* mie parole per rendere il senso della lettera della norma
Quindi, il senso è che le frequenze definite non utilizzabili dall'Italia, secondo le zone in quanto stabilito dal provvedimento, devono essere spente entro il 31 Dicembre di quest'anno e in mancanza, intervengono d'imperio gli organi della polizia postale e delle telecomunicazioni; le frequenze utilizzabili restano comunque accese (cioè, da noi, 27-29-35-39-43-46).
E' prevista una procedura di rilascio volontario delle frequenze (e possono essere rilasciate anche quelle 6 frequenze utilizzabili): gli operatori di rete che concordano il rilascio della frequenza avranno un indennizzo (la somma complessiva messa a disposizione per tutti gli operatori di rete in tutta Italia è pari come importo massimo possibile a € 20.000.000).
Gli operatori di rete che procedono al rilascio di frequenze non più utilizzabili oppure i raggruppamenti di operatori di rete che non rientrano in un'apposita graduatoria che sarà stilata dall'AGCOM riseguendo la procedura già prevista per lo switch-off, ma a livello di nuovi raggruppamenti di operatori di rete che si formeranno e faranno richiesta, avranno diritto ad essere ospitati nei mux regionali legittimati ad operare; si specifica che i soggetti assegnatari di questi diritti d'uso avranno l'obbligo di cedere una quota di capacità trasmissiva pari ad almeno un programma/canale, ma sarà l'AGCOM, secondo le Regioni, a specificarne il numero che potrà essere anche pari a 2 o 3 (comunque almeno 1).
Questo significa che i soggetti che hanno avuto la fortuna di essere assegnatari di una frequenza non inibita, non sono costretti a rottamare, ma lo possono anche fare; se non rottamano, saranno costretti a cedere spazio ad 1 o 2 o 3 canali di terzi che o sono stati costretti a subire lo spegnimento della loro frequenza o che hanno deciso di partecipare alla procedura di rilascio e di costituzione di raggruppamenti/consorzi per l'assegnazione di una frequenza e non sono riusciti ad ottenerla perché fuori dalla graduatoria corretta ri-redatta dall'AGCOM sulla base delle richieste giunte (a quanto pare, la definizione di queste ennesima graduatoria ricalcherà quella già predisposta per lo switch-off, ma cumulando i punteggi che a suo tempo furono ottenuti daggli attuali operatori di rete assegnatari, almeno così sembra dedursi!).
In ogni caso, i soggetti che hanno una frequenza assegnata, avranno l'obbligo di ospitare 1 o 2 o 3 canali fra quelli che non sono riusciti a disporre di una frequenza su cui trasmettere. Credo che sia questa la procedura che le autorità (poco autorevoli, a dire il vero) competenti abbiano inteso predisporre per risolvere 'sto gran casino che esse stesse sono state tanto brave a generare.
Continuerò presto a completare ed editare il tutto.
L'AGCOM. Perchè presumo (ma posso sbagliare) che ci sia un nuovo riassetto delle frequenze deciso dal Ministero dello sviluppo Economico, mica fanno solo spegnere quelle che interferiscono senza assegnare le "libere" altrimenti si crea il caos. Concordo con te che ci saranno corsi, ricorsi e contro-ricorsi fino a quando l'UE non ci sanzionerà con una forte multa...
Le mie sono solo supposizioni, voglio vedere come andrà a finire questa storia e chi ne pagherà le gravi conseguenze.
Comunque, la procedura suddetta, mi sembra sia stata congegnata per evitare troppi ricorsi e contro-ricorsi: se sei su una frequenza inibita, o rilasci volontariamente la frequenza o ti viene spenta dopo il 31/12. Se la rilasci, quale operatore di rete avrai un indennizzo; potrai partecipare alla definizione della nuova graduatoria come operatore di rete da solo o meglio in raggruppamento con altri operatori perché le frequenze sono poche: se ottieni la frequenza, la utilizzi insiemi ai tuoi compagni di frequenza; se non la ottieni, hai diritto a farti ospitare in una delle frequenze operative (anche se qui le frequenze sono troppo poche e lo spazio è quello che è, ma ci si può far star tutto, ma ritengo sempre con almeno 8 - 9 frequenze).
Non farei affidamento sul 54 o il 57 (attualmente di Retecapri se non si sposta sul 54) perchè se TN perde il 59, anche se rimane con il 27 e il 43 prenderà una terza frequenza. Se non erro, il 43 non è di TelePuglia anche se consociata con TN? E in questo caso o spengono TP oppure prendono una nuova frequenza... Ammeno che Tn non accetti di rimanere con 2 canali ma in cambio prende la LCN 7 perchè anche in questo c'è un ricorso vinto da varie emittenti (NDR), potrebbe optare "per uno scambio" favorevole per lei. Se prende una nuova frequenza TN, le libere si riducono ancora e non bisogna dimenticare che in seguito i canali 51-60 dovranno essere liberate e MDS con il 52 e TIMB con il 55/60 (ancora per poco) devono scendere sotto e occupare canali liberi... ma quali? Bel problema... di non poco conto per la emittenza locale pugliese. Per il vhf E10 non credo CanaleItalia lo liberi, alcuni canali sono doppioni del 46 ma non credo entrino tutti in un solo mux. Rimane l'E6, ma TeleRegione potrebbe spostarsi su questa frequenza altrimenti dove andrebbe a finire? E si riducono ancora le libere che non devono interferire con le regioni limitrofe (in primis il ch 24 con il mux1 Rai)
In aggiunta, qui va detto che un utilizzo di frequenze come il 54 (o 57 se Retecapri passa al 54) e 58 non è poi, improbabile come opzione. La liberazione delle frequenze superiori al 50 (o 49) è previsto per il futuro, ma avverrà necessariamente contestualmente al passaggio al DVB-T2 e sarà un'altra storia. La questione LCN, poi, è tutt'altra storia soggetta ad altri principi e procedure che non hanno nulla a che fare con questa storia. TeleNorba non può pretendere LCN che non le competono in base alla normativa nazionale (mi sa che il nuovo Piano LCN prevede che le LCN 7 - 8 - 9 vadano sempre a canali di livello nazionale), ma avendo 2 frequenze non inibite, può tenersele (tanto societariamente si tratta della stessa cosa) e le altre 4 le può rottamare che le conviene di più, dato gli utilizzi che ne ha fatto finora (ma non dilunghiamoci sui singoli soggetti). Il VHF E10 è utilizzato da CanaleItalia2 (in realtà, è in gestione in pendenza di procedura concorsuale di TivùItalia) in base ad un diritto d'uso transitorio sempre revocabile dal Ministero per esigenze superiori, com'è verosimilmente in questo caso.
Ciao!