Ciaolo scrive da Castellaneta, Puglia. Ovviamente parla del lato Adriatico e del Sud Italia.
E comunque le problematiche dello switch Adriatico sono di tipo diverso da quelle della Liguria, quallunque paragone non regge, anche perché se la Liguria ha in proporzione un alto numero d'impianti, sull'Adriatico sorgono altre problematiche inerenti l'inevitabile legame indissolubile tra Marche e Abruzzo (infatti non capisco comeabbiano pensato di dividere i due switch in un processo separato), poi tra Abruzzo e Molise, idem tra Molise e Puglia. Inoltre, una volta che si switcha la Puglia è impossibile, allo stesso modo, non fare lo stesso per Basilicata (molte zone lucane ricevono grandi impianti Pugliesi, come Celano, Caccia e Martina Franca) e la Calabria (la parte Jonica riceve impianti Pugliesi e in parte anche Lucani).
Ma se si switcha la Calabria cosentina e crotonese, non si può non farlo anche per il resto della regione, perché la parte tirrenica della provincia di CS riceve tipicamente siti delle prov. di VV e RC, senza contare i siti già switchati della Campania, per la qual cosa la Calabria più settentrionale ha avuto spesso più disagi che benefici, che si potranno risolvere SOLO con lo switch del resto del Sud Italia...
E, continuando il processo, anzi, il legame logico (e inevitabile), se si switcha il Sud della Calabria occorre switchare urgentemente anche la Sicilia, ove come minimo le coste Messinesi ricevono sia siti Siculi che siti Calabresi (anche RAI).
...Insomma, se la Liguria è un dedalo di micro bacini e vallate a sé stanti con una marea di impianti da switchare e mettere bene in fase, ma per lo meno, con tre province su quattro (Imperia, Savone e Genova) tutto sommato assimilabili ad un processo di switch autonomo, l'Adriatico e il Sud Italia ha invece come caratteristice principale l'inevitabile coinvolgimento delle regioni confinanti (oltre che di Croazia, Bosnia, Albania e Montenegro, per i grandi impianti affacciati sull'Adriatico).
