patria o muerte
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Fabio Mini, ex comandante Nato, all’Unità: “Agli Usa non mancano gli ordigni ma non hanno ancora risolto i problemi. E con i blitz aerei aumentano le vittime civili”. “Le parole del ministro La Russa non rassicurano i nostri soldati né l’opinione pubblica italiana. Quelle parole non spaventano i talebani, ma servono a tranquillizzare le lobby militari-industriali”. A sostenerlo in un’intervista a Umberto de Giovannangeli per l’Unità non è il solito pacifista, ma il generale Fabio Mini, ex Capo di stato maggiore delle forze Nato del sud Europa, già comandante della missione Nato-Kfor nel periodo 2002-2003.
GLI AMERICANI NON HANNO RISOLTO I PROBLEMI - “Agli americani – rileva Mini – non mancano certo bombe e aerei ma non è che così hanno risolto i loro problemi”. Che poi circostanzia ancora di più l’accusa su quello che c’è dietro le parole del ministro Ignazio La Russa di ieri.
Il messaggio che il Governo italiano ha inteso lanciare con le parole del ministro della Difesa non è rivolto al Paese ma alle lobby militari-industriali che stanno spingendo da anni per avere nuovi aerei. L’esigenza vera in Afghanistan non si risolve dando le bombe ai nostri aerei, perché lì di bombe e aerei ce ne sono anche troppi. Gli americani non hanno risolto i problemi, né rafforzato la sicurezza dei propri soldati, con le bombe e gli aerei di cui sono abbondantemente dotati.
E poi Mini precisa:
Quello evocato dal ministro La Russa è un falso scopo. Il vero scopo è quello di evitare che i programmi di acquisizione degli F-35 e di altri aerei da combattimento, che sono a rischio perché non abbiamo i soldi e perché la loro utilità è dubbia, vengano accantonati definitivamente. Insisto su questo punto: il messaggio che viene lanciato da La Russa non rassicura né i nostri soldati né gli italiani.
E LE VITTIME CIVILI? - Mini poi punta il dito sulle migliaia di vittime civili che provocherebbe l’uso delle bombe in luogo degli altri metodi, dicendo che dal punto di vista strategico tra mitragliare e bombardare c’è poca differenza. E rimarca la differenza storica che comporterebbe questo tipo di decisione:
“Non è che ci sia molta differenza tra mitragliare e bombardare. Adesso i nostri soldati possono mitragliare per scopi di autodifesa attiva. Bombardare significa andare in un posto che non ti sta offendendo ed eliminare dei presunti obiettivi. Di storico semmai ci sarebbe altro”
Cosa, generale Mini?
“Capire l’entità della presunzione degli obiettivi da eliminare ed anche il fatto che la decisione di bombardare non verrebbe da noi, ma da qualcun altro. Perché a scegliere gli obiettivi non saremmo noi ma altri da cui comunque dipenderemo.
http://www.giornalettismo.com/archives/87346/le-bombe-russa-servono-solo/
GLI AMERICANI NON HANNO RISOLTO I PROBLEMI - “Agli americani – rileva Mini – non mancano certo bombe e aerei ma non è che così hanno risolto i loro problemi”. Che poi circostanzia ancora di più l’accusa su quello che c’è dietro le parole del ministro Ignazio La Russa di ieri.
Il messaggio che il Governo italiano ha inteso lanciare con le parole del ministro della Difesa non è rivolto al Paese ma alle lobby militari-industriali che stanno spingendo da anni per avere nuovi aerei. L’esigenza vera in Afghanistan non si risolve dando le bombe ai nostri aerei, perché lì di bombe e aerei ce ne sono anche troppi. Gli americani non hanno risolto i problemi, né rafforzato la sicurezza dei propri soldati, con le bombe e gli aerei di cui sono abbondantemente dotati.
E poi Mini precisa:
Quello evocato dal ministro La Russa è un falso scopo. Il vero scopo è quello di evitare che i programmi di acquisizione degli F-35 e di altri aerei da combattimento, che sono a rischio perché non abbiamo i soldi e perché la loro utilità è dubbia, vengano accantonati definitivamente. Insisto su questo punto: il messaggio che viene lanciato da La Russa non rassicura né i nostri soldati né gli italiani.
E LE VITTIME CIVILI? - Mini poi punta il dito sulle migliaia di vittime civili che provocherebbe l’uso delle bombe in luogo degli altri metodi, dicendo che dal punto di vista strategico tra mitragliare e bombardare c’è poca differenza. E rimarca la differenza storica che comporterebbe questo tipo di decisione:
“Non è che ci sia molta differenza tra mitragliare e bombardare. Adesso i nostri soldati possono mitragliare per scopi di autodifesa attiva. Bombardare significa andare in un posto che non ti sta offendendo ed eliminare dei presunti obiettivi. Di storico semmai ci sarebbe altro”
Cosa, generale Mini?
“Capire l’entità della presunzione degli obiettivi da eliminare ed anche il fatto che la decisione di bombardare non verrebbe da noi, ma da qualcun altro. Perché a scegliere gli obiettivi non saremmo noi ma altri da cui comunque dipenderemo.
http://www.giornalettismo.com/archives/87346/le-bombe-russa-servono-solo/