Cinema non decolla: chiusi 500 schermi, è 'Caso Italia'

Dissento.

Troppo cinismo e attaccamento contro il teatro, probabilmente perché viviamo in una società cinica e "asociale"
La sensazione che danno i cinema, la spensieratezza con amici ecc. Netflix non la dà così facilmente
 
Senza arrivare a scomodare teorie filosofiche, credo che l'esperienza in sala sia nettamente superiore a qualsiasi esperienza casalinga, non c'è impianto audiovisivo da migliaia di euro che tenga. Personalmente, il semplice fatto di essere io a dover uscire di casa e a pagare un biglietto per vedere un film me lo fa sembrare un evento, mi fa tenere l'attenzione sostenuta per tutta la sua durata, mi fa sopportare i lati negativi della presenza in sala di altre persone (che poi sarò stato fortunato, ma di incivili ne ho sempre trovati pochissimi e pure seduti distanti)....andarci con amici e scambiarsi pareri a fine primo tempo e alla fine è poi un piacere. La visione casalinga, per quanto comoda, difficilmente mi restituisce questa sensazione di evento, e se il film non riesce a coinvolgermi al 100% inizio a distrarmi, a guardare il telefono, ecc. È tutto molto più ordinario, meno affascinante. Oh, e io sono uno che gli assembramenti non li amava anche prima della pandemia. Credo che per provare ad invertire il trend si possano fare 2 cose: lato distributori andrebbero ripristinate le vecchie finestre tra uscita in sala e home video (16 settimane), lato cinema andrebbero ridotti i prezzi (10 euro per un film sono troppi e scoraggiano molti) o andrebbero agevolate promozioni o formule fedeltà.
 
Tutti i film nascono per la sala, per il cinema. Tutti, quelli da 200 milioni di budget, quelli da 20 milioni e quelli da 200.000 euro. Vengono pensati, a partire dalla scelta del formato, per il grande schermo nel buio di una sala. Anche le commedie in cui ci sono 0 effetti speciali e nessun uso di computer grafica sono pensati per lo schermo di un cinema. Vedere un film al cinema è un'esperienza, vederlo a casa no. Andare al cinema significa investire il proprio tempo, uscire di casa, uscire dalla propria comfort zone, pagare un biglietto (dettaglio non trascurabile, visto che piratare viene considerato qualcosa di normale quando non lo è affatto) e vivere un'esperienza. Esperienza che può anche essere sgradevole (film brutto; ragazzini urlanti per l'horror commerciale di turno; bambini che ridono continuamente per il film d'animazione di turno) ma è comunque un'esperienza cinematografica che a casa non si può avere. Se vedi un film in streaming o in Bluray, te lo godi? Sì. Lo apprezzi? Sì. Lo comprendi? Sì. Ti dà emozioni? Sì. Ma non è esperienza cinematografica, non è visione collettiva con estranei, è visione individuale nella comfort zone di casa propria. Che va bene, per carità, nessuno toglie il diritto di provarla e di ritenerla sufficiente per la propria vita. Ma è qualcosa di usa-e-getta: torni la sera a casa dopo una giornata di lavoro, scrolli la home del servizio streaming di turno (possibilmente legale), vedi un po' cosa l'algoritmo ti consigli in base ai tuoi gusti (non sia mai uscire dai propri gusti ed esplorare qualcosa di diverso eh) e consumi una visione. Il film può essere stupendo e può emozionarti anche così ma la decisione di uscire di casa e di recarsi in una sala per assistere ad un film - anche orrendo - in compagnia di altre persone - anche insopportabilmente tediose - è un'esperienza. E' qualcosa che ti resta, anche se è brutta. E' qualcosa che ricordi, anche se ti tedia o ti annoia. Vedere The Irishman al cinema è la stessa cosa di vederlo su Netflix? Suvvia, non scherziamo. Altrimenti va a finire che vedere La Gioconda su Wikipedia sia la stessa cosa di vederla al Louvre. Se La Gioconda al Louvre viene messa in un particolare punto, c'è un motivo ben preciso. Se viene illuminata in una certa maniera, c'è un motivo ben preciso. Puoi dire di aver visto La Gioconda per davvero solo se sei stato al Louvre. Certo, puoi averla vista stampata sul tuo manuale di storia dell'arte, su Internet in digitale, puoi averla studiata, capita, analizzata e sviscerata in ogni modo senza essere mai andato a Parigi. Ma recarsi a vederla nel suo habitat naturale, in un ambiente in cui è stato studiato a tavolino come e perché metterla, è un'altra cosa. Perché non deve essere lo stesso per il Cinema? Perché si fa così fatica, in Italia, a considerare il Cinema come Arte che, in quanto tale, va fruita nel miglior ambiente possibile? La gente che mormora, parla o commenta mentre guardi La Gioconda al Louvre è un qualcosa che arricchisce la visione.

Concordo pienamente con il tuo giudizio, telaio99: in altri paesi per aiutare il Cinema si evita che i film siano disponibili in streaming quasi contemporaneamente .. e concordo anche con il fatto che la presenza di estranei costituisca un plus e non un limite ... grave anche che nel nostro Paese i cinema intesi come luogo di visione di un film siano stati intesi come un luogo di contagio ed ad oggi siano sottoposti all'inutile norma di non poterci consumare una bibita e/o un pop corn..

Ti ringrazio. Purtroppo la gente preferisce ammassarsi in un bar per un aperitivo o in un ristorante per cena: senza mascherine (ovviamente, si deve pur mangiare), alitando sugli altri, parlando. Per giunta al chiuso d'inverno. Però poi ha paura del cinema, dove c'è l'obbligo di mascherina, dove non ci sono persone una di fronte all'altra (situazione perfetta per regalare droplets di contagio) e, dove, comunque, si sta con la bocca chiusa. A volte si ride o si commenta, ok, ma si sta con la bocca chiusa per molto più tempo di quanto non si faccia in un ristorante. Concordo sull'insensatezza di tante norme come il divieto di bere e mangiare imposto a metà dicembre in fretta e in furia che ha ammazzato la stagione natalizia, solitamente la più redditizia e che ha portato al flop di tanti titoli come West Side Story, che ho amato a tal punto da vederlo per 3 volte in sala: eravamo 6-7 il 25 dicembre, 6-7 il 27 dicembre e 10-12 il 28 dicembre nella proiezione in O.V. E parliamo di un film (l'ennesimo capolavoro peraltro) di Steven Spielberg.


Dissento.

Troppo cinismo e attaccamento contro il teatro, probabilmente perché viviamo in una società cinica e "asociale"
La sensazione che danno i cinema, la spensieratezza con amici ecc. Netflix non la dà così facilmente

Un Paese civile lo si misura anche dai consumi culturali...
 
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Tutti i film nascono per la sala, per il cinema. Tutti, quelli da 200 milioni di budget, quelli da 20 milioni e quelli da 200.000 euro. Vengono pensati, a partire dalla scelta del formato, per il grande schermo nel buio di una sala. Anche le commedie in cui ci sono 0 effetti speciali e nessun uso di computer grafica sono pensati per lo schermo di un cinema. Vedere un film al cinema è un'esperienza, vederlo a casa no. Andare al cinema significa investire il proprio tempo, uscire di casa, uscire dalla propria comfort zone, pagare un biglietto (dettaglio non trascurabile, visto che piratare viene considerato qualcosa di normale quando non lo è affatto) e vivere un'esperienza. Esperienza che può anche essere sgradevole (film brutto; ragazzini urlanti per l'horror commerciale di turno; bambini che ridono continuamente per il film d'animazione di turno) ma è comunque un'esperienza cinematografica che a casa non si può avere. Se vedi un film in streaming o in Bluray, te lo godi? Sì. Lo apprezzi? Sì. Lo comprendi? Sì. Ti dà emozioni? Sì. Ma non è esperienza cinematografica, non è visione collettiva con estranei, è visione individuale nella comfort zone di casa propria. Che va bene, per carità, nessuno toglie il diritto di provarla e di ritenerla sufficiente per la propria vita. Ma è qualcosa di usa-e-getta: torni la sera a casa dopo una giornata di lavoro, scrolli la home del servizio streaming di turno (possibilmente legale), vedi un po' cosa l'algoritmo ti consigli in base ai tuoi gusti (non sia mai uscire dai propri gusti ed esplorare qualcosa di diverso eh) e consumi una visione. Il film può essere stupendo e può emozionarti anche così ma la decisione di uscire di casa e di recarsi in una sala per assistere ad un film - anche orrendo - in compagnia di altre persone - anche insopportabilmente tediose - è un'esperienza. E' qualcosa che ti resta, anche se è brutta. E' qualcosa che ricordi, anche se ti tedia o ti annoia. Vedere The Irishman al cinema è la stessa cosa di vederlo su Netflix? Suvvia, non scherziamo. Altrimenti va a finire che vedere La Gioconda su Wikipedia sia la stessa cosa di vederla al Louvre. Se La Gioconda al Louvre viene messa in un particolare punto, c'è un motivo ben preciso. Se viene illuminata in una certa maniera, c'è un motivo ben preciso. Puoi dire di aver visto La Gioconda per davvero solo se sei stato al Louvre. Certo, puoi averla vista stampata sul tuo manuale di storia dell'arte, su Internet in digitale, puoi averla studiata, capita, analizzata e sviscerata in ogni modo senza essere mai andato a Parigi. Ma recarsi a vederla nel suo habitat naturale, in un ambiente in cui è stato studiato a tavolino come e perché metterla, è un'altra cosa. Perché non deve essere lo stesso per il Cinema? Perché si fa così fatica, in Italia, a considerare il Cinema come Arte che, in quanto tale, va fruita nel miglior ambiente possibile? La gente che mormora, parla o commenta mentre guardi La Gioconda al Louvre è un qualcosa che arricchisce la visione.



Ti ringrazio. Purtroppo la gente preferisce ammassarsi in un bar per un aperitivo o in un ristorante per cena: senza mascherine (ovviamente, si deve pur mangiare), alitando sugli altri, parlando. Per giunta al chiuso d'inverno. Però poi ha paura del cinema, dove c'è l'obbligo di mascherina, dove non ci sono persone una di fronte all'altra (situazione perfetta per regalare droplets di contagio) e, dove, comunque, si sta con la bocca chiusa. A volte si ride o si commenta, ok, ma si sta con la bocca chiusa per molto più tempo di quanto non si faccia a cinema o a teatro. Concordo sull'insensatezza di tante norme come il divieto di bere e mangiare imposto a metà dicembre in fretta e in furia che ha ammazzato la stagione natalizia, solitamente la più redditizia e che ha portato al flop di tanti titoli come West Side Story, che ho amato a tal punto da vederlo per 3 volte in sala: eravamo 6-7 il 25 dicembre, 6-7 il 27 dicembre e 10-12 il 28 dicembre nella proiezione in O.V. E parliamo di un film (l'ennesimo capolavoro peraltro) di Steven Spielberg.




Un Paese civile lo si misura anche dai consumi culturali...
Infatti, e non viviamo in un paese mediamente civile, altrimenti, i cinema sarebbero un pochino tutelati.

Evidentemente, l'italiano medio preferisce pagare 20 euro per un aperitivo fighetto con la vista che s'affaccia sul centro città, non me lo spiego...
 
Ok, ma su tutte queste considerazioni (molto meno azzardate di quelle precedenti) posso concordare. Non le condivido, nel senso che per qualcuno può essere un'esperienza Intensa da vivere e per un altro no. Come viceversa per altri può essere un'altra cosa che curve vissuta come un'esperienza. Ognuno ha i propri gusti ed interessi. Ma dargli un significato psicanalitico o democratico proprio no.
 
Senza arrivare a scomodare teorie filosofiche, credo che l'esperienza in sala sia nettamente superiore a qualsiasi esperienza casalinga, non c'è impianto audiovisivo da migliaia di euro che tenga. Personalmente, il semplice fatto di essere io a dover uscire di casa e a pagare un biglietto per vedere un film me lo fa sembrare un evento, mi fa tenere l'attenzione sostenuta per tutta la sua durata, mi fa sopportare i lati negativi della presenza in sala di altre persone (che poi sarò stato fortunato, ma di incivili ne ho sempre trovati pochissimi e pure seduti distanti)....andarci con amici e scambiarsi pareri a fine primo tempo e alla fine è poi un piacere. La visione casalinga, per quanto comoda, difficilmente mi restituisce questa sensazione di evento, e se il film non riesce a coinvolgermi al 100% inizio a distrarmi, a guardare il telefono, ecc. È tutto molto più ordinario, meno affascinante. Oh, e io sono uno che gli assembramenti non li amava anche prima della pandemia. Credo che per provare ad invertire il trend si possano fare 2 cose: lato distributori andrebbero ripristinate le vecchie finestre tra uscita in sala e home video (16 settimane), lato cinema andrebbero ridotti i prezzi (10 euro per un film sono troppi e scoraggiano molti) o andrebbero agevolate promozioni o formule fedeltà.

Mi hai anticipato di 3 minuti, inutile dire che son d'accordo su tutto, soprattutto sulla finestra di 16 settimane. Aggiungo che andrebbe data la possibilità agli esercenti di decidere autonomamente la propria programmazione senza sottostare al gioco delle distribuzioni. Ogni esercente dovrebbe poter avere la possibilità di giocare la propria partita e di poter proiettare - ovviamente acquistando i diritti - qualsiasi film, sia vecchio sia nuovo. I film evento vanno sempre bene (anche di recente: Mulholland Drive per il 20° anniversario è andato benissimo, Arancia Meccanica per il 50° anniversario è andato benissimo, idem In The Mood For Love o The Elephant Man o Shining nel 2019 riportato sul grande schermo quando uscì Doctor Sleep), ma sono iniziative che partono dalle distribuzioni. Perché non consentire ad ogni esercente di giocarsi la propria partita, scegliendo di proiettare ogni settimana anche in una sola sala classici del cinema? Io sogno di vedere al cinema classici di Leone, Ford, Mann etc. Se vanno bene, continuo a proiettarli, altrimenti mi butto sul nuovo. Ma l'esercente che ha le mani legate e può trasmettere solo quello che le distribuzioni mettono a disposizione come fa a difendersi?
 
Ok, ma su tutte queste considerazioni (molto meno azzardate di quelle precedenti) posso concordare. Non le condivido, nel senso che per qualcuno può essere un'esperienza Intensa da vivere e per un altro no. Come viceversa per altri può essere un'altra cosa che curve vissuta come un'esperienza. Ognuno ha i propri gusti ed interessi. Ma dargli un significato psicanalitico o democratico proprio no.
Certamente democratico o psicanalitico no, anche se, c'è del vero quando si parla di stato che non tutela i beni "culturali".

Penso al teatro, ma pure ai cinema specie (ma non solo) perché sono luoghi che fan girare l'economia locale e che spesso, portano pellicole impegnate
 
Mi hai anticipato di 3 minuti, inutile dire che son d'accordo su tutto, soprattutto sulla finestra di 16 settimane. Aggiungo che andrebbe data la possibilità agli esercenti di decidere autonomamente la propria programmazione senza sottostare al gioco delle distribuzioni. Ogni esercente dovrebbe poter avere la possibilità di giocare la propria partita e di poter proiettare - ovviamente acquistando i diritti - qualsiasi film, sia vecchio sia nuovo. I film evento vanno sempre bene (anche di recente: Mulholland Drive per il 20° anniversario è andato benissimo, Arancia Meccanica per il 50° anniversario è andato benissimo, idem In The Mood For Love o The Elephant Man o Shining nel 2019 riportato sul grande schermo quando uscì Doctor Sleep), ma sono iniziative che partono dalle distribuzioni. Perché non consentire ad ogni esercente di giocarsi la propria partita, scegliendo di proiettare ogni settimana anche in una sola sala classici del cinema? Io sogno di vedere al cinema classici di Leone, Ford, Mann etc.
Son d'accordo
 
Infatti, e non viviamo in un paese mediamente civile, altrimenti, i cinema sarebbero un pochino tutelati.

Evidentemente, l'italiano medio preferisce pagare 20 euro per un aperitivo fighetto con la vista che s'affaccia sul centro città, non me lo spiego...

Infatti, il problema è politico. Se alla gente non interessa la cultura (cinema, teatri, musei, etc.), esprimerà una classe politica che non si preoccuperà di attuare una politica culturale. Ce la prendiamo tanto con i politici, dimenticando che non siano marziani calati dall'alto. Sono semplicemente alcuni di noi che la maggioranza del Paese manda in Parlamento con libere elezioni. E se, come dici tu giustamente, l'italiano medio preferisce pagare 20 euro per un aperitivo fighetto invece di andare a cinema o teatro (e non c'è niente di male in questo eh, non si uccide mica qualcuno, però è tutto molto triste a livello umano e di coscienza civile individuale), accontentandosi dei consigli dell'algoritmo per soddisfare le proprie esigenze audiovisive da essere umano del XXI secolo, allora perché meravigliarsi che politicamente non si faccia nulla per sostenere l'arte?

Per me, bisogna inserire l'insegnamento del Cinema nelle scuole. Insegnare Cinema con lo stesso canone con cui si insegni la letteratura, il teatro e la scultura. Fare così significa anche insegnare l'importanza della fruizione corretta, che significa Sala Cinematografica e, poi, a ruota home video e streaming legale. In questo modo diminuirebbero anche i tanti pirati che pensano che sia normale rubare un prodotto artistico, ignorando quante maestranze ci siano dietro la lavorazione di un prodotto cinematografico e teatrale. Insegnare che l'Arte sia un lavoro che merita di essere pagato sarebbe già una grandissima cosa.

Ma la vera domanda: interessa davvero a qualcuno? E' un tema caldo nel Paese? E la risposta è molto triste, d'altronde le videoteche sono sparite nel silenzio e nell'indifferenza generali. Giustamente si lotta perché le librerie restino aperte: il valore del libro è fondamentale, anche nell'era dell'e-book. Perché non si può fare lo stesso per far comprendere il valore di un BluRay o di un BluRay 4K, anche nell'era dello streaming? E la risposta è ancora una volta molto triste
 
Ma la vera domanda: interessa davvero a qualcuno? E' un tema caldo nel Paese? E la risposta è molto triste, d'altronde le videoteche sono sparite nel silenzio e nell'indifferenza generali. Giustamente si lotta perché le librerie restino aperte: il valore del libro è fondamentale, anche nell'era dell'e-book. Perché non si può fare lo stesso per far comprendere il valore di un BluRay o di un BluRay 4K, anche nell'era dello streaming? E la risposta è ancora una volta molto triste

Vi ringrazio per le piacevoli riflessioni su quest tema descritte anche nella giusta maniera , questo Thread mi sembra come quei famosi programmi culturali che passano alle 2 di notte sulla Rai o similari , mentre durante il giorno passa di tutto.
 
Vi ringrazio per le piacevoli riflessioni su quest tema descritte anche nella giusta maniera , questo Thread mi sembra come quei famosi programmi culturali che passano alle 2 di notte sulla Rai o similari , mentre durante il giorno passa di tutto.

Grazie mille a te!!!
 
Io ormai non vado più al cinema, spesso per mancanza di tempo di sera, per pigrizia personale (il multisala più vicino è a 15 km circa), ma soprattutto perché devo essere sicuro che mi piaccia per valere la spesa. Inoltre, con tutti i film che ho in lista nei servizi streaming, non è la priorità.
 
Tutte scelte oramai indirizzate sulla preferenza del cliente. Stai a casa e vedi quello che vuoi te(almeno è quello che ti fanno credere). Al cinema non sei controllabile a livello di cliente globale. Il mondo è cambiato e ci hanno portato dove volevono loro.
Chiusi, isolati e controllati....
Anche per questo motivo se posso vado al cinema.
 
Lo stesso concetto anche se con una cultura completamente diversa, potrebbe farsi anche per chi non va più allo stadio o nemmeno più al bar ma guarda tutte le partite da casa. Anche se li tanto gli stadi anche più grandi tengono al massimo 60.000 persone e quasi che li riempi sempre, mentre già da sempre la maggioranza guardava la partita a casa o al bar.
Il covid, internet, le ott tv e la tecnologia in generale ha portato un po' tutti a isolarci, ci si trova bene ed è normale ormai guardare le cose da casa, al massimo coi famigliari o pochi amici selezionati.
 
Io ormai non vado più al cinema, spesso per mancanza di tempo di sera, per pigrizia personale (il multisala più vicino è a 15 km circa), ma soprattutto perché devo essere sicuro che mi piaccia per valere la spesa. Inoltre, con tutti i film che ho in lista nei servizi streaming, non è la priorità.

Tutte scelte oramai indirizzate sulla preferenza del cliente. Stai a casa e vedi quello che vuoi te(almeno è quello che ti fanno credere). Al cinema non sei controllabile a livello di cliente globale. Il mondo è cambiato e ci hanno portato dove volevono loro.
Chiusi, isolati e controllati....
Anche per questo motivo se posso vado al cinema.

Il punto nodale dell'importanza democratica della sala cinematografica è proprio questo. I servizi streaming che vanno per la maggiore (Netflix, PrimeVideo, Disney+) si basano sull'algoritmo, cioè sul proporre allo spettatore qualcosa che potrebbe apprezzare in base a ciò che ha già visto. Questo modus operandi è la morte dell'arte. Restare fermi nelle cose che si sa già in partenza che possano piacere è la morte dell'arte. Ognuno ha i propri gusti e le proprie preferenze, ci mancherebbe altro, le ho anche io ma non sforzarsi nemmeno di provare qualcosa di diverso dalla solita minestra è tristissimo a livello umano, individuale. Il cinema - come la letteratura, il teatro, la musica, la pittura etc. - può davvero permettere di maturare, di capire meglio la realtà sotto diversi punti di vista etc. Ma se si resta immobili nella propria chiusura mentale, senza provare nulla di nuovo/diverso, come si fa? Su Netflix ho scovato perle clamorose come 3 film del periodo britannico muto di Hitchcock (tra cui lo stupendo "L'isola del peccato") e persino alcuni capolavori di Jean Renoir (ivi incluso il leggendario "L'angelo del male" con Jean Gabin). Ma sono stato io a cercarli sulla barra di ricerca, non mi sono stati consigliati nella home. Questi film, effettivamente presenti nel catalogo, vengono realmente consigliati a qualcuno? Lo spettatore medio di Netflix davvero si metterebbe mai a cercare o a guardare un film drammatico francese del 1938 tratto da un romanzo di Emile Zola? E' questo il problema, non lo streaming in quanto tale, che comunque è e resta un qualcosa di effettivamente comodo ma usa-e-getta totalmente diverso dall'esperienza in sala

Se i servizi streaming di massa fornissero una scelta di tutto rispetto (PrimeVideo e RaiPlay, in parte, lo fanno offrendo numerose perle di Visconti, Hitchcock, Risi - ma anche qui mi chiedo se qualcuno effettivamente se le trovi tra i consigliati) ed invogliassero lo spettatore ad ampliare i propri orizzonti, io sarei già più contento. E' vero, esiste Mubi ma è una piattaforma per cinefili come me che sanno già chi sia Lav Diaz o Wong Kar-wai. Mubi si rivolge ad un bacino d'utenza molto diverso.

L'arte deve spiazzare, deve sconvolgere, deve mettere in crisi, deve porre domande: restare nella propria bacinella di watchlist è antitetico a ciò. E l'importanza a livello umano è fondamentale. Non si può, nel XXI secolo, pensare, in un Paese civile, che l'audiovisivo debba essere ancora solo intrattenimento per passare un paio di ore innocue dopo la giornata di lavoro. Esiste tanto intrattenimento intelligente - sia chiaro - ma non di solo intrattenimento è fatto il cinema

Ecco perché la Sala è importante a livello democratico: perché fornisce una fruizione corretta, uguale per tutti indipendentemente dalla cultura informatica/audiofila/cinefila del singolo individuo. Perché c'è lo spettatore che ha un impianto H.T. di tutto rispetto ma c'è anche quello che guarda film al PC (!!!). C'è lo spettatore che si sforza di replicare il buio totale della sala e c'è quello che vede a luci accese o che, se si annoia, scrolla la home di Instagram o va in bagno. Stoppare un film è comodo ma è sbagliato. Fellini diceva "Non si interrompe un'emozione". Ed è vero. Siamo stati talmente abituati dalle tv commerciali che fosse normale bloccare 3-4 volte un film per inserire infinite inserzioni pubblicitarie che, ormai, ci siamo assuefatti all'idea che sia giusto farlo e, pertanto, lo facciamo direttamente noi quando non gradiamo l'opera o abbiamo quella telefonata di lavoro da fare. D'altronde, tanti spettatori generalisti scrivono sui social "Ho iniziato a vederlo ma non mi ha preso e, dopo 30 minuti, ho cambiato". Non si fa così. Se si vuole avere il diritto di giudicare qualcosa, la si vedere tutta dall'inizio alla fine.

Andare in Sala significa fruizione corretta per tutti, sia per l'audiofilo sia per il generalista. L'intervallo i due cinema della mia città non l'hanno mai messo. E significa anche provare qualcosa di diverso dal solito

Poi, per carità, ognuno è libero di fare ciò che vuole: anche io sono totalmente ignorante in letteratura, in musica, in teatro. Leggo pochissimi libri, non vado ai concerti, non vado a teatro. E mi dispiace molto. Ma almeno una cosa (il cinema) la coltivo con passione. E mi arricchisce enormemente la vita. Poi, magari, da cosa nasce cosa e, tra qualche anno, inizierò a frequentare anche il teatro. O magari no ma chi può dirlo?
 
forse tra tanti canali inutili del dtt potevano lasciare COMING SOON per parlare di cinema e invogliare i telespettatori ad andare al cinema. Poi l'apporccio delle multisale per me ha rovinato il settore perché ha trasformato il cinema in un prodotto da consumare in fretta puntando sulla quantità anziché sulla qualità .
 
Restare fermi nelle cose che si sa già in partenza che possano piacere è la morte dell'arte.
E del cervello, della liberta e della propria coscienza! Quoto tutto quanto hai scritto! Ma ormai vogliono un popolo di imbesuiti e ci stanno riuscendo alla grande, soprattutto (ahimé) con le "moderne tecnologie".
 
Ultima modifica:
Sono d'accordo su I tuoi ultimi due post. Sarebbe bello discuterne per approfondire queste tue riflessioni ma in un forum, almeno per quanto mi riguarda, è dura.
 
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