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Rai5 dice no alla tv di Expo - La Rai frena sul canale Expo. "Prima servono i contributi"
ALESSIA GALLIONE - (DOMENICA 13 MARZO 2011) È sempre più a rischio l’intesa tra Rai ed Expo. Tutto bloccato. Dal trasferimento degli studi di corso Sempione e via Mecenate a Rho-Pero, «esclusa, al momento, alcuna decisione» dice l’azienda, fino al progetto per trasformare Rai 5 nel canale dedicato al 2015, «la condizione necessaria per la realizzazione resta vincolata ad una specifica disponibilità di finanziamento da parte della società» è la conclusione del cda di viale Mazzini comunicata nei giorni scorsi. Ma, in tempi di casse vuote, il contributo richiesto è ritenuto ancora troppo alto. Nonostante l’arrivo dell’amministratore delegato Giuseppe Sala al timone della spa abbia ridotto il budget: ai tempi di Lucio Stanca sarebbe stato milionario e comprendeva anche un programma affidato a Red Ronnie, uno dei consulenti di fiducia di Letizia Moratti. Il tempo, però, stringe. La Rai dovrà decidere sul trasloco entro giugno, quando i tecnici Expo inizieranno la progettazione preliminare dei padiglioni. Poi sarà la volta della tv. «Un tema non esclude l’altro — spiega Sala — l’importante, però, è sapere al più presto se la Rai ha intenzione di trasferirsi. Solo in quel momento potremo affrontare con serenità anche la questione di Rai 5». Che fine ha fatto il canale del 2015? Mai partito. E il motivo è spiegato nella risposta del cda di viale Mazzini a un’interrogazione del deputato Vinicio Peluffo, membro Pd della commissione di vigilanza Rai. Che commenta: «Ad oggi, a parte la notizia che la Rai non vuole aprire ora il capitolo di un eventuale trasferimento, l’unica certezza è che Rai 5 non sarà il canale di Expo. Uno scenario sconsolante». È l’azienda a scrivere: «Per il momento Rai 5 si occuperà di Expo solo a fronte di eventi ritenuti interessanti sotto il profilo editoriale». Per una copertura ad hoc la società dovrà pagare. A novembre Sala ha avanzato «l’ipotesi di uno stanziamento per il primo anno di programmazione». A dicembre, la Rai ha presentato «un’ultima e definitiva proposta per questo canale». Ma l’intesa non c’è. Fin qui l’ufficialità. Le prime trattative con Expo e Comune però risalgono al 2010, all’epoca Stanca. Allora si parlava di un budget milionario e nel pacchetto sarebbe entrato anche un programma di Red Ronnie. È con l’arrivo di Sala che le cose cambiano. Il manager nega, ma si sarebbe infuriato appena visti costi complessivi considerati esorbitanti. Nell’ultima ipotesi, Red Ronnie scompare e l’impegno economico è decurtato. Eppure è tutto fermo. Prima di andare avanti, si attende una risposta sulla Saxa Rubra del Nord. «Per la parte immobiliare — sostiene la Rai — solo a febbraio 2011 la società Expo ha fornito le valutazioni economiche degli elementi infrastrutturali, già condivisi a giugno 2010. L’azienda sta verificando la fattibilità di massima del progetto sia sotto il profilo tecnico che finanziario». E Peluffo attacca: «Il ministro Romani aveva venduto per certo il progetto a novembre 2009: 16 mesi dopo siamo ancora alle verifiche ». Fonte: la Repubblica di Milano
ALESSIA GALLIONE - (DOMENICA 13 MARZO 2011) È sempre più a rischio l’intesa tra Rai ed Expo. Tutto bloccato. Dal trasferimento degli studi di corso Sempione e via Mecenate a Rho-Pero, «esclusa, al momento, alcuna decisione» dice l’azienda, fino al progetto per trasformare Rai 5 nel canale dedicato al 2015, «la condizione necessaria per la realizzazione resta vincolata ad una specifica disponibilità di finanziamento da parte della società» è la conclusione del cda di viale Mazzini comunicata nei giorni scorsi. Ma, in tempi di casse vuote, il contributo richiesto è ritenuto ancora troppo alto. Nonostante l’arrivo dell’amministratore delegato Giuseppe Sala al timone della spa abbia ridotto il budget: ai tempi di Lucio Stanca sarebbe stato milionario e comprendeva anche un programma affidato a Red Ronnie, uno dei consulenti di fiducia di Letizia Moratti. Il tempo, però, stringe. La Rai dovrà decidere sul trasloco entro giugno, quando i tecnici Expo inizieranno la progettazione preliminare dei padiglioni. Poi sarà la volta della tv. «Un tema non esclude l’altro — spiega Sala — l’importante, però, è sapere al più presto se la Rai ha intenzione di trasferirsi. Solo in quel momento potremo affrontare con serenità anche la questione di Rai 5». Che fine ha fatto il canale del 2015? Mai partito. E il motivo è spiegato nella risposta del cda di viale Mazzini a un’interrogazione del deputato Vinicio Peluffo, membro Pd della commissione di vigilanza Rai. Che commenta: «Ad oggi, a parte la notizia che la Rai non vuole aprire ora il capitolo di un eventuale trasferimento, l’unica certezza è che Rai 5 non sarà il canale di Expo. Uno scenario sconsolante». È l’azienda a scrivere: «Per il momento Rai 5 si occuperà di Expo solo a fronte di eventi ritenuti interessanti sotto il profilo editoriale». Per una copertura ad hoc la società dovrà pagare. A novembre Sala ha avanzato «l’ipotesi di uno stanziamento per il primo anno di programmazione». A dicembre, la Rai ha presentato «un’ultima e definitiva proposta per questo canale». Ma l’intesa non c’è. Fin qui l’ufficialità. Le prime trattative con Expo e Comune però risalgono al 2010, all’epoca Stanca. Allora si parlava di un budget milionario e nel pacchetto sarebbe entrato anche un programma di Red Ronnie. È con l’arrivo di Sala che le cose cambiano. Il manager nega, ma si sarebbe infuriato appena visti costi complessivi considerati esorbitanti. Nell’ultima ipotesi, Red Ronnie scompare e l’impegno economico è decurtato. Eppure è tutto fermo. Prima di andare avanti, si attende una risposta sulla Saxa Rubra del Nord. «Per la parte immobiliare — sostiene la Rai — solo a febbraio 2011 la società Expo ha fornito le valutazioni economiche degli elementi infrastrutturali, già condivisi a giugno 2010. L’azienda sta verificando la fattibilità di massima del progetto sia sotto il profilo tecnico che finanziario». E Peluffo attacca: «Il ministro Romani aveva venduto per certo il progetto a novembre 2009: 16 mesi dopo siamo ancora alle verifiche ». Fonte: la Repubblica di Milano