Tre spettacoli a settimana per due mesi e mezzo, con le telecamere di Sky pronte a trasmettere sui propri canali, quindi in orario di primetime, le evoluzioni di Fiorello in una sorta di show in progress che si rinnova per essere mandato in onda tre volte a settimana. Non è escluso, poi, che il suo talento possa essere utilizzato anche per produrre una sit com, del resto Sky si è già lanciata con successo (Romanzo criminale) nella produzione di fiction.
Quanto all'arruolamento di altre star del piccolo schermo, che ci sia una volontà dell'azienda di Murdoch è dimostrato (a parte l'ingaggio della Cuccarini e le possibili lusinghe a un big come Celentano, che sarebbe accolto coi tappeti rossi) anche dall'uscita di Chiambretti che ieri, commentando la notizia (che definisce "epocale") ha raccontato di essere stato «a un soffio dal firmare con Sky che mi aveva fatto una proposta molto interessante, sia dal punto di vista economico che di impegno, ma ho scelto Mediaset perchè il satellite è ancora un salotto per pochi».
Fiorello
Ragione o torto che abbia Piero, resta il fatto che a pagare dazio in questa vicenda è soprattutto la tv pubblica che si vede soffiare una stella che negli ultimi dieci anni, bene o male, faceva parte della sua scuderia. «Ci dispiace, ma lo abbiamo sollecitato in tutti i modi, gli abbiamo offerto conduzioni a Sanremo, ma non ha mai mostrato la volontà di rifare tv generalista. E non c'è stato alcun segnale suo che non abbiamo raccolto» dice il direttore di Raiuno Del Noce.
Sul fuoco soffia il Codacons che la butta sugli sprechi dell'azienda: «Se davvero Fiorello passerà a Sky sarà una perdita che si aggiunge a sprechi e flop» dice il sindacato dei consumatori e snocciola i costi di alcune trasmissioni di Raidue a resa zero «come Balls of steel che sarebbe costata 2,9 milioni di euro, Votantonio 1,35 milioni di euro, Wild West 1,47 milioni di euro».