L'ho detto dopo la messa in onda della puntata e lo ripeto adesso. Sono il primo, da culture di questa serie, a difendere il realismo e la naturalezza di situazioni e dialoghi. Ma questo non significa che gli sceneggiatori non possano evitare certe cose. Non è la realtà che non controlli, ma è una realtà che scrivi. L'episodio sarebbe stato bellissimo anche senza quella frase, che non ha aggiunto nulla, anzi ha tolto. Sinceramente non ho mai sentito pronunziare una cosa del genere, ci vuole fantasia per ideare quella frase, non credo che nessuno abbia mai immaginato una cosa del genere. Bisogna scriverlo apposta. E vi assicuro che, anche per il lavoro che faccio, non frequento proprio conventi. Qui non si tratta di bigottismo. I segni della sofferenza del Cristo in croce sono la manifestazione della sofferenza di tutta l'umanità. Per un cristiano forse sono la cosa più sacra, l'apice della rivelazione. Sono cose che non c'entrano nulla, ma proprio nulla, con gli accostamenti sessuali. Quindi si è trattato di una forzatura inutile, e disgustosa. Sono credente, ma scrivo questo laicamente per difendere la sensibilità e la dignità di tutti i credenti. Tutti. Di qualsiasi religione. Qualcuno, che dice che non dobbiamo scandalizzarci, mi dica se non è rimasto quanto meno meravigliato da quella frase, e dica a cosa sia servita all'interno dell'episodio. Su certe cose è meglio non forzare.