cavallis ha scritto:Voglio dire la mia e poi non parlo più....![]()
Ogni volta che succede un disastro generato da un evento sismico, rinasce (dalle sue ceneri a mo' di Fenice) il mito della prevedibilità delle scosse………; è stato così per il Friuli, per l’Umbria-Marche per l’Abruzzo e per quelli che verranno. Così, tanto per dare scoop in pasto ai giornalisti che parleranno, parleranno……..; certo, nel ’97 Giuliani ancora non c’era……..
Non voglio essere critico nei confronti di questo signore che credevo fosse un collega Geologo, anzi voglio quasi quasi caldeggiardo; però, fin dai tempi dell’Università, mi hanno sempre ripetuto che il parametro precursone Radon non era particolarmente attendibile, ma posso pensare che con il progresso e la tecnologia, le cose siano potute cambiare fino a rendere fattibile tale progetto.
Del resto, e qui entro in sintonia con le parole del collega Tozzi che tralaltro non mi è nemmeno simpatico ma le cose che dice sono pienamente condivisibili tecnicamente, se devi prevedere (seriamente e con efficacia) la scossa , devi indicare luogo esatto, giorno, magnitudo e profondità dell’ipocentro; se non hai dei dati così confezionati, non hai nulla di serio e che possa servire ad una evacuazione programmata.
Devo però aggiungere che tutti quei Baroni della Geologia/Geofisica che si fanno intervistare in TV, potrebbero anche “aprire” al metodo Giuliani, cercando di sperimentarlo di concerto per vedere se veramente possa essere utile in qualsiasi modo; non mi piacciono queste “chiusure mentali” nei confronti di nuove possibilità che, se supportate da elementi oggettivi (concentrazione ppm del Radon), potrebbero forse costituire un aiuto nella prevenzione. Vanno sperimentate, io farei così.
Quindi, se non c’è la previsione, ci dobbiamo attaccare alla prevenzione………..(peggio mi sento, basta vedere un edificio classificato come “strategico” dalle recenti normative sismiche (parlo dell’ospedale) cioè che dovrebbe forzatamente resistere alle condizioni estreme, per dare poi un fondamentale apporto alla popolazione in caso di calamità, è il primo che si sfascia………….povera Italia……………. Ne ho visti già troppi qui in Umbria di “arrosti”…..post-sismici perpetrati da qualche progettista da strapazzo che comunque voleva risparmiare sulle strutture di ricostruzione per ingrassare la parcella…………..e fare la “sua prevenzione” per la vecchiaia……….
Non vi scannate nei battibecchi, vedrete, cambierà poco………………non ne vale la pena.
I veri sconfitti sono quelli che ci hanno lasciato la pelle, non la casa.
p.s. – se non ci sono riusciti i giapponesi a trovare elementi precursori certi di preallarme sismico, non ci riusciranno di certo gli italiani. Questo è quello che penso.
Passo e chiudo
Ma che cavolo di carattere ho impostato???![]()
Questo articolo mi sembra molto esaustivo in proposito:
www.corriere.it/scienze_e_tecnologie/09_aprile_07/franco_foresta_martin_le_spie_che_annunciano_il_sisma_09212754-2302-11de-9ce1-00144f02aabc.shtml